martedì 30 aprile 2013

Domani 1 Maggio festa dei lavoratori in una Italia che conta 3 milioni di disoccupati

Un po di storia della nascita del 1 maggio

l 1 Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione.
"Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire" fu la parola d'ordine, coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento. Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il primo Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza.

Le origini:
Dal congresso dell'Associazione internazionale dei lavoratori - la Prima Internazionale - riunito a Ginevra nel settembre 1866, scaturì una proposta concreta: "otto ore come limite legale dell'attività lavorativa".
A sviluppare un grande movimento di lotta sulla questione delle otto ore furono soprattutto le organizzazioni dei lavoratori statunitensi. Lo Stato dell'Illinois, nel 1866, approvò una legge che introduceva la giornata lavorativa di otto ore, ma con limitazioni tali da impedirne l'estesa ed effettiva applicazione. L'entrata in vigore della legge era stata fissata per il 1 Maggio 1867 e per quel giorno venne organizzata a Chicago una grande manifestazione. Diecimila lavoratori diedero vita al più grande corteo mai visto per le strade della città americana.
Nell'ottobre del 1884 la Federation of Organized Trades and Labour Unions indicò nel 1 Maggio 1886 la data limite, a partire dalla quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno.

La decisione:
Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l'idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese :

"Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi".

Poi, quando si passa a decidere sulla data, la scelta cade sul 1 maggio. Una scelta simbolica: tre anni prima infatti, il 1 maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue. Il 1 Maggio 1886 cadeva di sabato, allora giornata lavorativa, ma in dodicimila fabbriche degli Stati Uniti 400 mila lavoratori incrociarono le braccia. Nella sola Chicago scioperarono e parteciparono al grande corteo in 80 mila. Tutto si svolse pacificamente, ma nei giorni successivi scioperi e manifestazioni proseguirono e nelle principali città industriali americane la tensione si fece sempre più acuta. Il lunedì la polizia fece fuoco contro i dimostranti radunati davanti ad una fabbrica per protestare contro i licenziamenti, provocando quattro morti. Per protesta fu indetta una manifestazione per il giorno dopo, durante la quale, mentre la polizia si avvicinava al palco degli oratori per interrompere il comizio, fu lanciata una bomba. I poliziotti aprirono il fuoco sulla folla. Alla fine si contarono otto morti e numerosi feriti. Il giorno dopo a Milwaukee la polizia sparò contro i manifestanti (operai polacchi) provocando nove vittime. Una feroce ondata repressiva si abbatté contro le organizzazioni sindacali e politiche dei lavoratori, le cui sedi furono devastate e chiuse e i cui dirigenti vennero arrestati. Per i fatti di Chicago furono condannati a morte otto noti esponenti anarchici malgrado non ci fossero prove della loro partecipazione all'attentato. Due di loro ebbero la pena commutata in ergastolo, uno venne trovato morto in cella, gli altri quattro furono impiccati in carcere l'11 novembre 1887. Il ricordo dei "martiri di Chicago" era diventato simbolo di lotta per le otto ore e riviveva nella giornata ad essa dedicata: il 1 Maggio.


Man mano che ci si avvicina al 1 maggio 1890 le organizzazioni dei lavoratori intensificano l'opera di sensibilizzazione sul significato di quell'appuntamento.

"Lavoratori - si legge in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 - ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale! Viva l'Internazionale!".

Monta intanto un clima di tensione, alimentato da voci allarmistiche: la stampa conservatrice interpreta le paure della borghesia, consiglia a tutti di starsene tappati in casa, di fare provviste, perchè non si sa quali gravi sconvolgimenti potranno accadere.


Da parte loro i governi, più o meno liberali o autoritari, allertano gli apparati repressivi.
In Italia il governo di Francesco Crispi usa la mano pesante, attuando drastiche misure di prevenzione e vietando qualsiasi manifestazione pubblica sia per la giornata del 1 maggio che per la domenica successiva, 4 maggio.

In diverse località, per incoraggiare la partecipazione del maggior numero di lavoratori, si è infatti deciso di far slittare la manifestazione alla giornata festiva.

Del resto si tratta di una scommessa dall'esito quanto mai incerto: la mancanza di un unico centro coordinatore a livello nazionale - il Partito socialista e la Confederazione generale del lavoro sono di là da venire - rappresenta un grave handicap dal punto di vista organizzativo. Non si sa poi in che misura i lavoratori saranno disposti a scendere in piazza per rivendicare un obiettivo, quello delle otto ore, considerato prematuro da gran parte dei dirigenti del movimento operaio italiano o per testimoniare semplicemente una solidarietà internazionale di classe.

Proprio per questo la riuscita del 1 maggio 1890 costituisce una felice sorpresa, un salto di qualità del movimento dei lavoratori,che per la prima volta dà vita ad una mobilitazione su scala nazionale, per di più collegata ad un'iniziativa di carattere internazionale.

In numerosi centri, grandi e piccoli, si svolgono manifestazioni, che fanno registrare quasi ovunque una vasta partecipazione di lavoratori. Un episodio significativo accade a Voghera, dove gli operai, costretti a recarsi al lavoro, ci vanno vestiti a festa.

"La manifestazione del 1 maggio - commenta a caldo Antonio Labriola - ha in ogni caso superato di molto tutte le speranze riposte in essa da socialisti e da operai progrediti. Ancora pochi giorni innanzi, la opinione di molti socialisti, che operano con la parola e con lo scritto, era alquanto pessimista".

Anche negli altri paesi il 1 maggio ha un'ottima riuscita:

"Il proletariato d'Europa e d'America - afferma compiaciuto Fiedrich Engels - passa in rivista le sue forze mobilitate per la prima volta come un solo esercito. E lo spettacolo di questa giornata aprirà gli occhi ai capitalisti".

Visto il successo di quella che avrebbe dovuto essere una rappresentazione unica, viene deciso di replicarla per l'anno successivo.

Il 1 maggio 1891 conferma la straordinaria presa di quell'appuntamento e induce la Seconda Internazionale a rendere permanente quella che, da lì in avanti, dovrà essere la "festa dei lavoratori di tutti i paesi".

L'Internazionale Versione italiana (Italian Version)


sabato 27 aprile 2013

venerdì 26 aprile 2013

la mia gita del 25 Aprile


percremagliera Principe - Granarolo! Lo sai che cosa è una cremagliera? Si tratta di un mezzo di trasporto fuori dal comune, davvero speciale. Anche se molti la chiamano funicolare, in realtà non è un impianto trainato da un cavo, ma una vera ferrovia con una terza rotaia a “dentiera”, su cui si ingranano i denti di una ruota applicata alla vettura che si arrampica sulla ripida collina di Granarolo.


avere un’incomparabile vista su Genova e sul suo golfo niente di meglio che un viaggio sulla
Nata nel lontano 1901, è una delle ultime cremagliere presenti in tutta Italia! Collega Via Lagaccio, vicina alla Stazione di Genova Principe, con salita Superiore Granarolo. Recentemente sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione che hanno interessato la parte alta, tra Via Bari e Granarolo, per 700 metri di percorso. Lungo il tragitto possiamo vedere che sono state costruite tre nuove fermate e sono stati realizzati degli interventi per rendere accessibile la cremagliera alle persone diversamente abili e per renderla più sicura. Saliamo sulla storica vettura rossa, accomodandoci sui sedili in legno.
Scendiamo al capolinea in Salita Superiore di Granarolo, ad attenderci una bella stazione in stile Liberty che ci porta lontano nel tempo. Tutto è molto romantico, soprattutto se lasciamo correre lo sguardo all’orizzonte accarezzando il blu del golfo ligure che da qui sembra meraviglioso. Imbocchiamo la mattonata, posta a fianco della stazione, denominata Salita di Granarolo, che si snoda tra suggestive case colorate del vecchio borgo di Granarolo. Visitiamo la chiesa di Santa Maria Assunta di Granarolo: situata in posizione dominante, vanta almeno 9 secoli di storia, in quanto risale al 1192.
I lavori di restauro successivi hanno cancellato del tutto la struttura medievale originaria, conferendole l’aspetto barocco attuale. Sopra la Chiesa si trova un giardino con uno spazio giochi dove i bimbi possono fare merenda, mentre i genitori possono rilassarsi leggendo un buon libro.
Se invece abbiamo voglia di camminare, a breve distanza si incrocia Via al Forte di Begato che conduce in ripida salita al forte omonimo.

CURIOSITÀ

La linea della ferrovia a cremagliera è lunga 1.130 metri per 194 di dislivello e con una pendenza massima del 21, 40 % . Il termine “cremagliera” deriva dal francese “cremaillère” ed è usato in genere su linee con forti pendenze.
Target: da 4 anni
Difficoltà: molto facile se limitato al picnic presso l’ area giochi del borgo di Granarolo; molto impegnativo se si cammina fino a forte Begato .

mercoledì 17 aprile 2013


L'Italia da un finestrino, a bassa velocità

di Rossana Caviglioli
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La littorina circumetnea che, dal 1895, parte da Catania e si arrampica sui versanti dell'Etna

Piccole ferrovie che collegano i paesini più sperduti del Sudtirolo. Trenini d'antan con carrozze bar in stile Orient-Express sulla tratta Genova-Casella. O i vagoni della Circumetnea, che costeggiano il vulcano tra agrumeti e campi di lava nerissima. Da Trieste a Catania, tutto il fascino dei convogli storici e panoramici. Per riscoprire gli angoli più nascosti del nostro Paese

Una locomotiva che sbuffa, un fischio e dal finestrino il paesaggio inizia a cambiare. La stazione si allontana, sostituita da pascoli alpini, ghiacciai, santuari barocchi o vulcani. La ferrovia turistica più conosciuta è sicuramente quella del trenino del Bernina, che parte da Tirano per arrivare a St. Moritz. Sono però tanti i convogli storici o panoramici che, da Trieste a Catania, permettono di riscoprire in tutta calma gli angoli più nascosti d'Italia. Magari sorseggiando una tazza di tè in un'antica carrozza dei primi del Novecento, per poi scendere a metà tratta per esplorare unbosco di faggi secolari. Perché l'importante, più che la destinazione, deve sempre essere il viaggio.

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TRENINO DEL RENON, TRA FATE E CAPRIOLI 
Nel 1907, quando la tratta venne inaugurata, il Trenino del Renonera considerato un piccolo miracolo. Finalmente si apriva una strada sicura che consentiva di trasportare merci e persone lungo i difficili dorsi delle Dolomiti, da Bolzano fino ai paesini più sperduti del Sudtirolo. Sopravvissuta a due guerre e all'avanzare delle tecnologie, la ferrovia collega ancora oggi Maria Assunta e Collalbo, coprendo circa 7 chilometri. Venti minuti di percorsotra pascoli e masi, con possibili incontri ravvicinati con i caprioli. Il trenino passa anche da Soprabolzano, che ospita le bizzarre formazioni rocciose note come "piramidi di terra" o "camini delle fate", nate dal lento lavoro di erosione di vento e ghiaccio. 
INFORMAZIONI. Il Trenino del Renon effettua partenze regolari tutto l'anno dalle 6.30 alle 23 (cliccate qui per scaricare il Pdf con gli orari e le fermate). Da Bolzano è possibile raggiungere facilmente la fermata di Soprabolzano, prima stazione dopo il capolinea dell'Assunta, grazie allaFunivia del Renon (a/r funivia+trenino 7 euro, biglietto acquistabile presso la funivia, in via del Renon 12).

GENOVA-CASELLA, RITORNO ALLA BELLE ÉPOQUE 
Un viaggio da Genova verso l'entroterra, su una tratta panoramica che porta fino al paesino di Casella, passando attraverso la Valbisagno, la Valpolcevera e la Valle Scrivia. Il tragitto costeggia lemura medievali di Genova per poi inerpicarsi lungo i tornanti di Sant'Olcese e scavalcare il torrente Scrivia, tra gallerie, salite e ripide discese. Uno spettacolo che si apprezza ancora meglio se si è bordo di un vagone dei primi del '900 e si fa uno spuntino sulla carrozza bar in stile Orient Express. Sulla ferrovia Genova-Casella ai normali treni pendolari si affiancano i trenini storici, che sono spesso noleggiati da gruppi o singoli per gite fuori porta o per rinfreschi di matrimoni, battesimi e feste di compleanno. A trainare le comitive festanti, la più antica locomotiva elettrica italianaclasse 1924, attentamente restaurata e verniciata di rosso brillante. 
INFORMAZIONI. I treni pendolari della Genova-Casella partono dal lunedì al sabato ogni 90 minuti circa dalle 7.30 alle 19.30. Il viaggio dura poco più di un'ora. Un biglietto a/r Genova/Caselle costa 4,60 euro. Per effettuare viaggi nel week end e per affittare i trenini storici (prezzi a seconda della durata del noleggio e dei servizi a disposizione a bordo del treno) è necessario contattare l'ATM Genova sul sito dedicato alla Genova-Casella o al numero verde 800.085311.

TRAM DELL'OPICINA, LUNGO IL GOLFO DI TRIESTE 
Meno di un treno, molto più di un semplice tram, El tran de Opcina è uno dei simboli di Trieste. Da 110 anni si inerpica su e giù per il golfo, da Piazza Oberdan, al livello del mare, fino all'Obelisco, a quota 343 metri, dove si gode di una meravigliosa vista sull'Adriatico, per poi scendere nuovamente a valle fino alla frazione di Opicina. Lungo il tragitto si incontrano la strada pedonale Napoleonica e molti percorsi di trekking, tra cui il Corboli, che passa attraverso il bosco di pini neri e ciliegi canini. Le carrozze in uso risalgono alla seconda metà degli anni Trenta e sono staterestaurate mantenendo tutte le finiture originarie.
INFORMAZIONI. La linea Piazza Oberdan-Opicina effettua corse dal lunedì alla domenica dalle 7 alle 20 ogni 20 minuti. Biglietto giornaliero 3,80 euro. 

DOMODOSSOLA-LOCARNO, DALLE ALPI E AL LAGO 
La Domodossola-Locarno, conosciuta anche come la Vigezzina o la Centovalliunisce l'Italia alla Svizzera grazie ai suoi 52 chilometri di binari. Nella sua corsa verso il Lago Maggiore scavalca ponti e viadotti, passa tra alpeggi e paesini immersi nella neve, salendo lungo versanti delle montagne con una pendenza che raggiunge il 60 per mille. Tra giravolte e tornanti, il trenino passa accanto alle case colorate di Santa Maria Maggiore e al Santuario barocco di Re, immergendosi tra boschi di faggi e castagni e regalando scorci di ghiacciai e cascate alpine. Poi ridiscende a valle, tra vigneti e ruscelli. Il programma Lago Maggiore Express consente di continuare il viaggio su un battello, verso le isole Borromee.
INFORMAZIONI. Sulla tratta Domodossola-Locarno viaggiano sia treni pendolari sia convogli panoramici. La linea è in funzione ogni giorno dalle 5.30 alle 20 circa (i treni panoramici partono da Domodossola alle 10.25 e alle 11.25 dal lunedì a domenica). Il biglietto giornaliero costa 17 euro. I posti sui treni Panoramici, con supplemento di 1,50 euro, si possono prenotare presso le Biglietterie SSIF oppure telefonando al numero 0324.242055. Per ulteriori informazioni: vigeinfo@tin.it 
Per i dettagli sul programma consultate il sito Lago Maggiore Express (prezzo base 26 euro).

CUNEO-VENTIMIGLIA: ITALIA, FRANCIA E RITORNO 
Una ferrovia che collega Cuneo alle spiagge della Liguriapassando per la Francia e le Alpi Marittime, tra ponti altissimi e più di 30 gallerie. Il tracciato di 96 chilometri si innalza fino ai 1040 metri del Col di Tenda per poi scendere fin quasi a sfiorare le onde del Tirreno. Durante il viaggio, il treno passa sui viadotti panoramici di La ChapelleSant DalmasScarassoui e Maglia. Ogni fermata è l'occasione per una gita, alla scoperta dei faggi secolari del bosco di Palanfré o delleincisioni rupestri della Valle delle Meraviglie. Prima di salire in carrozza (o una volta arrivati a destinazione, a seconda del tragitto), si può fare un salto al Museo Ferroviario di Cuneo, che racconta l'avventurosa storia della Cuneo-Ventimiglia.
INFORMAZIONI. La Cuneo-Ventimiglia è una linea ordinaria di Trenitalia, su cui transitano circa venti convogli regionali al giorno. Il viaggio dura 2 ore e 20 minuti. Biglietto a/r 12,40 euro. Per visitare ilMuseo Ferroviario, allestito all'interno della stazione di Cuneo, è necessario fare richiesta anticipata telefonando allo 0171.691268. L'ingresso è gratuito.

CIRCUMETNEA, SFIDANDO IL VULCANO 
Gigante irritabile ma in fondo placido, l'Etna accetta di buon grado gli assalti e le scorribande dei curiosi che si arrampicano lungo i suoi versanti, a piedi o in macchina. I più pigri hanno, fin dal 1895, un'altra possibilità: salire a Catania sui vagoni della Circumetnea e godersi comodamente seduti i 110 chilometri di binari che circondano il vulcano. Un viaggio nella natura più selvaggia: agrumeti e uliveti cedono il passo a campi di lava nerissima, il blu del Mediterraneo sullo sfondo. Alle stazioni principali, come Randazzo e Bronte, si aggiungono le molte fermate facoltative, richieste dagli abitanti della zona o dagli escursionisti che vogliono esplorare i fianchi della montagna. Per raggiungere il laghetto di Gurrida o inoltrarsi tra le coltivazioni di pistacchio di Passo Zingaro.
INFORMAZIONI. La Circumetnea effettua servizio da lunedì a sabato dalle 5 alle 20 (l'ultimo treno utile per completare il giro parte da Catania alle 15.41). Biglietto a/r 11 euro, acquistabile presso le stazioni della tratta. Il percorso completo dura circa tre ore. Per informazioni, tel 095.541250 o info@circomentana .it

domenica 14 aprile 2013

finalmente dopo tanti giorni di pioggia oggi domenica 13 Aprile
un po di sole e mi mostro Bogliasco una cittadina rivierasca del levante ligure dove ho passato ore incantevoli

Ecco perché la crisi ci fa bene

“Un paese sviluppato non è quel posto dove anche i poveri hanno la macchina; bensì quello in cui anche i ricchi utilizzano i trasporti pubblici,” Sindaco di Bogotà, Colombia.
Vorrei provare però a vedere il rovescio della medaglia. Sì, perché secondo me alla lunga questa crisi ci farà bene.
Oggi, grazie alla mancanza di risorse che prima davamo per scontate, stiamo imparando a non indebitarci. A spendere i soldi in maniera più oculata.
Prima le scarpe bucate si buttavano. Oggi sento sempre più spesso chi si lamenta perché non ci sono più i ciabattini di una volta.
Ecco come tanti mestieri che erano svaniti per mancanza di mercato potrebbero rifiorire.
La nostra nuova coscienza, dettata dalla crisi, ci dice che buttare un paio di scarpe perché il tacco di quella sinistra è da rifare è uno spreco imperdonabile. E indebitarci per comprarne un nuovo paio in cinque comode rate uno sbaglio ancora più grosso.
Meglio andare dal ciabattino.
Questa crisi ci sta aiutando a capire che stavamo vivendo uno stile di vita al di sopra delle nostre possibilità.
Prendiamo come esempio il mercato immobiliare di un piccolo centro abitato della Sardegna (parlo di quello che conosco ma sospetto che altrove si assista allo stesso fenomeno).
Negli ultimi vent’anni si sono costruire case sempre nuove, sempre più in periferia. Con il risultato che il centro storico, i cui immobili erano posseduti dalle persone più anziane del paese, è andato mano a mano spopolandosi. Raggiungendo livelli di fatiscenza a cui, essendoci abituati, abbiamo smesso di far caso.
Oggi i giovani stanno invece riscoprendo l’arte del restauro. Sì, perché costa molto meno acquistare e ristrutturare una vecchia casa del centro storico che comprare un terreno edificabile e costruire una casa dalle fondamenta.
Con il risultato che non si erode più la campagna e il centro storico si ripopola di giovani coppie.

venerdì 12 aprile 2013

L'albero della vita di Van Gogh possa essere per tutti noi un segno di speranza 
i girasoli fiori della vita 

lunedì 8 aprile 2013


La crisi morde anche il carrello
la battaglia campale dei supermarket

Oltre un quarto dei prodotti è ormai in offerta speciale. Passati i tempi degli "specchietti per le allodole", ora dominano i "cacciatori di ciliegie". ovvero i consumatori che battono a tappeto le grandi catene a caccia dei migliori prezzi

di RAFFAELE NIRI
 

Le cifre della crisi sono da paura. "Se fino all'anno scorso la percentuale dei prodotti promozionati sul venduto globale era attorno al 18/20 per cento, oggi siamo tranquillamente sul 27/28 - spiega il vicepresidente di Coop Liguria Mauro Bruzzone - Significa, in altri termine, che i clienti hanno aumentato di un buon 25% la scelta dei prodotti in promozione".

"Oltre il trenta per cento della spesa dei genovesi - conferma Antonio Mantero, Grande Capo di Basko - è rappresentata da prodotti in promozione. E dato che il cliente è sempre più "traditore" e si affida sempre meno ad una sola catena, visto dalla parte delle famiglie significa che almeno il cinquanta per cento del carrello della spesa di un nucleo normale è occupato da prodotti scontati. Francamente, 
una cosa così non si era mai vista".

Ma anche da Billa e da Conad, da Carrefour e da Pam confermano cifre assolutamente analoghe: la metà della spesa è in promozione. I dati ufficiali sono nettamente indietro: il livello della spesa nei consumi alimentari, secondo Istat, sarebbe sceso in un anno (febbraio 2013 su febbraio 2012) del 4,5% ma tutti gli addetti ai lavori concordano nel dire che "in termini di volumi d'affari siamo oltre al dieci".

Se la torta dei consumi è sempre più piccola (basta un'occhiata ai parcheggi, semideserti, dei vari supermercati) la mossa disperata dei grandi supermercati è quella di spostare il più possibile i consumi sui prodotti a marchio, dove il margine di guadagno è (era?) un po' più consistente. E dato che i consumi nelle prime due settimane del mese sono ben più sostenuti che nelle ultime due, il secondo tentativo è quello di convincere il consumatore a ritornare a comprare anche dopo il 15 del mese.

In questo stesso paginone i lettori troveranno l'elenco delle varie promozioni. Ad esempio, Coop nei mesi di aprile e maggio ha deciso di premiare i propri clienti della prima metà del mese, "aggacciandoli" per la seconda metà: ogni dieci euro spesi in prodotti a marchio vengono ricompensati con tre euro di prodotti gratuiti.

Basko risponde con promozioni a volantino (duecento prodotti con sconto al 50% fino al 15 aprile), 60 prodotti freschi al 50 per cento (dal 9 aprile) e, per quattro lunedì successivi, uno sconto indiscriminato del 10 per cento sull'intera spesa. Sperando che i consumi, almeno in minima parte, riprendano fiato.
 
(07 aprile 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA

domenica 7 aprile 2013


GENOVA 07 aprile 2013

Domenica con la bomba,
terminata la bonifica


  • Genova, domenica con la bomba
Una bomba d’aereo americana inesplosa è stata trovata a calata Bettolo: ordinata l’evacuazione di tutti gli edifici nel raggio di 300 metri dal luogo dell’operazione
AGenova - Sono terminate nel pomeriggio, intorno alle 17.30, le operazioni di bonifica dell’ordigno bellicotrovato durante gli scavi nel porto di Genova all’interno dell’area di calata Bettolo. L’esplosivo contenuto all’interno della bomba è stato bruciato in loco dopo che l’ordigno era stato diviso in tre parti per ridurre i rischi. L’operazione è stata svolta da sei artificieri del Genio guastatori di Torino.
Sono ora riattivati tutti i divieti scattati stamani, tra cui quello relativo al sorvolo dello spazio aereo che ha limitato notevolmente l’attività operativa dell’aeroporto Cristoforo Colombo, e quello di navigazione davanti alla banchina.
Per diverse ore c’è stato anche sia il black out elettrico sia l’interdizione delle celle di telefonia mobile nella zona. L’area in cui si è svolto l’intervento, era stata “protetta” da un muro di container riempiti di sabbia.
La Prefettura, che aveva istituito la “danger zone”, aveva anche ordinato l’evacuazione di tutti gli edifici nel raggio di 300 metri dal luogo dell’operazione.
Le operazioni sono incominciate a partire dalle 9, ma lo sgombero dalla “danger zone” è avvento entro le 8.30 per tutto il personale civile e non.
Altri residuati bellici sono stati trovati anche lo scorso anno nell’area del porto di Genova.
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