giovedì 30 gennaio 2014

La fidanzatina di papa Francesco:
«I miei genitori ci separarono»

Amalia ricorda il primo amore, un bigliettino segreto, una promessa di matrimonio: «Poi non l'ho visto più»



ecco perchè ammiro questo Papa è un uomo vero
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Amalia è una nonna dai capelli bianchi e cotonati. A Buenos Aires, è diventata famosa, braccata da giornalisti e televisioni. Perché lei era la novia di Jorge Mario Bergoglio, la "fidanzatina" del futuro papa, il suo primo amore, quando erano solo due ragazzini di 12 anni. Ride, Amalia, mentre racconta della dichiarazione d'amore che ricevette più di sessanta anni fa. E di un padre molto geloso: «Quando eravamo giovani, Jorge mi scrisse un biglietto, ma alla fine io non gli risposi. Volevo solo sparire dalla circolazione. Mio padre mi aveva dato uno schiaffone, perché avevo osato ricevere il bigliettino di un ragazzo. Jorge aveva disegnato una casetta bianca con il tetto rosso e sotto aveva scritto: "Questa è la casetta che ti comprerò quando ci sposeremo". Mia madre lo strappò in mille pezzi».

Amalia trascorse l'adolescenza nel quartiere di Flores. A lei, il futuro pontefice aveva confessato che, se non si fosse sposato con lei, avrebbe preso i voti: «Non l'ho visto più. I miei genitori mi portarono via da lui, fecero di tutto per separarci. Mia madre mi venne a prendere a scuola, mi disse che ero una signorina per bene e non dovevo fare certe cose. Ho detto a Jorge di non avvicinarsi più perché mio padre gliel'avrebbe fatta pagare. Oggi siamo entrambi molto umili e, chissà, forse siamo anime gemelle perché amiamo tutti e due i poveri».

Non ha curiosità di rivedere il suo primo amore, Amalia: «Non ho nessuna voglia di incontrarlo, perché lui oggi è troppo in alto, e io invece sono troppo umile. Il suo ambiente gli impone di circondarsi di altre persone. Io sono il suo passato, il suo passato bello». Ma, se succedesse, gli direbbe «di non abbandonare mai la sua strada, di ricordare le sue radici, di prendere esempio da sua madre che era una donna buonissima». E ammette: «Quando l'ho visto in televisione, mi sono alzata in piedi e gli ho detto: "Jorge, ti abbraccio con l'affetto di tutta una vita"».

domenica 26 gennaio 2014

Questo che metto non è farina del mio sacco 
è di una cara amica Enrica meritevole di lode 

martedì 21 gennaio 2014

LA GIORNATA DELLA MEMORIA E LE SEE GROTTE

LA GIORNATA DELLA MEMORIA

Il 27 gennaio è la ricorrenza internazionale della giornata della memoria, il giorno in cui vengono ricordati, tutti coloro che hanno subito la prepotenza nazista, viene ricordato l'Olocausto.
Olocausto, significa sacrificio sul fuoco, di animali, ma la dottrina nazista, non fece altro che attuare il sacrificio mettendo nelle camere a gas e nei forni crematori poi, tutti coloro che riteneva indesiderati.

Auschwitz, il campo di concentramento nazista, il centro più grande ed efficiente, dove con lo sterminio risolvevano il problema ebraico, oltre ad altre categorie di internati. 



Il complesso, aveva più di un campo, Birkenau era il campo di sterminio, al suo interno vi persero la vita oltre un milione e centomila persone, in maggioranza ebrei di qualunque nazionalità, ma anche prigionieri non abili ai lavori venivano condotti nelle camere a gas.
Dal web :
Nel periodo in cui la tirannia nazista dominò gran parte dell’Europa, oltre agli Ebrei, i Tedeschi e i loro collaboratori perseguitarono e sterminarono milioni di persone appartenenti ad altri gruppi. In particolare, tra i due e i tre milioni di prigionieri di guerra sovietici furono immediatamente assassinati, o trovarono la morte per inedia, malattia, mancanza di cure o maltrattamenti. Oltre a ciò, i Tedeschi perseguitarono e uccisero gran parte degli intellettuali polacchi non-ebrei, e deportarono milioni di civili sia polacchi che sovietici in Germania e nella Polonia occupata, destinandoli ai lavori forzati. Molti di loro morirono a causa delle condizioni disumane in cui furono costretti a vivere e lavorare. Sin dall’inizio del Regime Nazista, le autorità tedesche perseguitarono gli omosessuali e altri gruppi le cui abitudini erano considerate contrarie alle norme sociali del tempo.
La polizia tedesca prese di mira migliaia di oppositori politici (tra i quali comunisti, socialisti e sindacalisti), nonché dissidenti religiosi (come i Testimoni di Geova). Molti di loro morirono in carcere, o per i maltrattamenti subiti. 




Nell'immaginario umano, Auschwitz, è divenuto il simbolo della cattiveria umana, nei confronti di altri uomini, con l'abbattimento dei cancelli il 27 gennaio 1945, l'avvenuta liberazione poi, questo giorno è diventato il simbolo della fine della Shoah.
Una vittoria lenta, che ha avuto un prezzo altissimo di vite, la vittoria della libertà sull'oppressione.



Ho visitato, in occasione di una gita organizzata le SEE GROTTE :
Nei pressi di Vienna , a circa 4 km da Modling, a Hinderbruhl, troviamo un bellissimo castello in stile romanico Lichtenstein,  e la miniera delle See Grotte: 




Nel 1912 in seguito ad un cedimento strutturale, questa cava di calce è diventato un lago sotterraneo.
Durante la II guerra mondiale, venne prosciugata attraverso delle pompe azionate giorno e notte, qui i prigionieri di guerra di ogni Nazione e credo religioso furono costretti a lavorare e creare per le Forze Armate Tedesche. 




Le SEE GROTTE furono requisite dalle forze militari tedesche, gli stabilimenti statali “Heinkel-Werke” vi insallarono la fabbricazione di aeroplani .......
In queste gallerie e cunicoli, venivano prodotti aerei da combattimento. 



E' stato costruito proprio qui, il primo aereo da combattimento, un JET A REAZIONE si chiamava HEINKEL HE162. SALAMANDER.





Era un campo di concentramento sotto terra , ci lavoravano 2000 prigionieri di nazionalità diversa , venivano collocati in base alle loro attidudini, secondo il lavoro che svolgevano prima della guerra, nelle loro patrie.
Ingenieri inglesi, francesi, tedeschi ebrei, e anche italiani progettavano per il Terzo Reick quelli che, sono stati successivamente considerati dei fiori all'occhiello dell'aeronautica, c'erano poi tornitori meccanici e operai per assemblare i bestioni volanti, polacchi, italiani, e tanti, tanti ebrei.










Ora le SEE GROTTE sono lago sotterraneo e si può visitare.
All'interno di questa galleria, un signore ci invita a salire e a prendere posto, su un barcone , un nastro registrato spiega il percorso, si vedono cunicoli alla destra e alla sinistra che non abbiamo visitato, ogni cunicolo era un reparto.



Rispetto ad un campo di concentramento, dove l'impatto è duro, dove la realtà di chi l'ha vissuta è percepibile, quasi presente. 
In questa galleria, seduti su questo barcone, ci dobbiamo immedesimare ascoltando le spiegazioni della guida locale e del nastro registrato che spiega il percorso, le luci sono fluorescenti.



Ogni galleria che abbiamo avuto alla nostra destra o alla nostra sinistra, ricordava una popolazione fatta prigioniera, ho visto altari in una galleria di prigionieri italiani, un'altra di prigionieri polacchi, un'altra ancora di inglesi, e di francesi.















Le didascalie per ricordare la galleria Italiana o polacca , queste sono quelle che più ricordo, ma la galleria che più mi ha lasciata esterefatta è quella ebrea con una stella di david, agli ebrei veniva indotta , ancora una cattiveria in più, venivano cucite sulle divise da lavoro le stelle di David, discriminazione, in un oceano di discriminati.

Le foto delle gallerie dove venivano assemblati i pezzi , le foto dei macchinari usati, i disegni dei progetti degli aerei , sono quadri che rappresentano una memoria muta di una follia mondiale
Gli assemblaggi venivano fatti a piccoli pezzi e poi trasportati in altre gallerie per essere completati, attraverso un montacarichi, che veniva azionato da degli asinelli nani che giravano su se stessi per 24 ore al giorno, poi trasportati verso l'alto, perchè la fabbrica lavorava a pieno ritmo, era la migliore fabbrica essendo sotterranea, protetta dai bombardamenti e poco rintracciabile .





Solo una cosa è certa, da queste gallerie nessuno è uscito illeso. Tutti, ma proprio tutti, prigionieri e carcieri tedeschi, asinelli compresi, ne sono usciti ciechi perchè la calce ha bruciato loro gli occhi.

Le guide tendono a minimizzare sulla fabbrica di morte, vogliono farci vedere solo il bello di questo luogo, purtroppo la visita è importante per il percorso storico, per permetterci di non dimenticare . Enrica 

giovedì 23 gennaio 2014

La gelosia porta ad uccidere. L’invidia porta ad uccidere. E’ stata proprio questa porta, la porta dell’invidia, per la quale il diavolo è entrato nel mondo. La Bibbia dice: ‘Per l’invidia del diavolo è entrato il male nel mondo’. La gelosia e l’invidia aprono le porte a tutte le cose cattive. Anche divide la comunità. Una comunità cristiana, quando soffre – alcuni dei membri – di invidia, di gelosia, finisce divisa: uno contro l’altro. E’ un veleno forte questo. E’ un veleno che troviamo nella prima pagina della Bibbia con Caino e Abele. Oggi, in questa Messa, preghiamo per le nostre comunità cristiane, perché questo seme della gelosia non venga seminato fra noi, perché l’invidia non prenda posto nel nostro cuore, nel cuore delle nostre comunità, e così possiamo andare avanti con la lode del Signore, lodando il Signore, con la gioia. E’ una grazia grande, la grazia di non cadere nella tristezza, nell'essere risentiti, nella gelosia e nell'invidia.”