scritto da francesca il 24 03 2013
So bene che oggi scrivere dei bambini
della Siria non fa più notizia, ma l’Unicef sostiene che è a rischio un’intera
generazione di piccoli innocenti. Sono due anni, ormai che questi massacri si
perpetuano. Un dramma senza fine. Milioni di bambini siriani nell’inferno di una
guerra civile, un sanguinario conflitto del quale nulla conoscono, ma che fa
pagare loro il prezzo più alto. I piccoli angeli innocenti subiscono le atrocità
più aberranti di questa devastante guerra combattuta dagli adulti totalmente
privi del più basilare senso di umanità. Le paure e i traumi subìti lasciano
in loro un segno incancellabile. Tra l’indifferenza della Comunità
Internazionale, nei raid aerei continuano a morire civili, ribelli ma
soprattutto bambini. Chi sopravvive, quasi sempre resta orfano.
E allora cerca riparo ovunque nel paese, nei fienili, nei
parchi, nelle grotte o tra i combattenti. Molti si uniscono ai profughi che
cercano rifugio clandestinamente nei paesi confinanti: Iraq, Turchia, Libano,
Giordania. Non hanno cibo per sopravvivere, non hanno medicine per curarsi se
sono malati o feriti, e molto spesso lo sono. Bambini usati come scudo umano dai
gruppi armati sulla linea del fronte, li chiamano “Bambini sotto
tiro”.
Bambini che subiscono ogni atrocità,
dalle percosse alle ferite con armi da fuoco, alle violenze sessuali,
soprattutto per le bambine anche di 12 anni. Per evitare la turpe barbarie di
stupri alle bambine, vengono combinati matrimoni precoci nel tentativo disperato
di proteggerle dall’atroce minaccia.
E ora anche i bombardamenti chimici
che lasciano sul corpo ustioni atroci, piaghe, vesciche che sfigurano chi riesce
a sopravvivere. Armi micidiali che mandano in frantumi non solo la vita delle
persone ma anche l’infanzia dei bambini innocenti creando deformazioni fisiche,
cedimenti del sistema nervoso, perdita di capelli, malori, astenia, fino alla
paralisi.
Questo è il regno delle sofferenze
terribili, dell’orrore della guerra chimica. Bambini che non parlano più, che
non mangiano più, che vivono annientati dal dolore e dal terrore, murati nei
ricordi.
Le scuole non esistono più, più di
duemila sono state distrutte o danneggiate
E’ tempo di dire “Basta” a
quest’atrocità perché la vita di 2 milioni di bambini sta toccando il punto di
“non ritorno”. Vite allo sbando, senza casa e con l’esperienza terribile, per
quasi tutti, di aver assistito all’uccisione di almeno un famigliare.
Molti di loro porteranno per sempre
impresse nella mente le incancellabili cicatrici di queste drammatiche
esperienze.
Drammatiche testimonianze vengono
raccolte dagli operatori sul campo.
Omar è stato colpito da una di quelle bombe, ha il corpo
sfigurato, ustionato in modo atroce, ha problemi di equilibrio, perdita di
memoria. A Homs dove un gruppo di volontari ha improvvisato un ambulatorio in
aperta campagna, Omar cerca i suoi genitori, ma nessuno ha il coraggio di dirgli
che sono tutti morti nel bombardamento. Quell’ambulatorio, che ha un nome di
chiarissimo significato, “24/24″ è preso d’assalto ogni giorno da centinaia di
vittime civili, in prevalenza donne e bambini. Il dottor Ghazi Aswad, chirurgo
francese di origine siriana s’impegna giorno e notte, col suo gruppo di
volontari, per curare tutto quell’orrore e salvare più vite possibili dalla
morte. Ma non ha a disposizione quello che serve, manca tutto, soprattutto
farmaci adatti ad una cura adeguata contro quelle spaventose ferite da armi
chimiche.
Mohamad ha appena un anno e mezzo. E’ arrivato al “24/24″ portato
in braccio dalla mamma che non lo lascia un attimo. E’ il suo unico figlio, ha
ustioni di secondo grado sul 40 per cento del corpo, soffre di trauma
respiratorio da inalazione di fumi tossici e dolori insopportabili in tutto il
corpo. Ma a Homs non ci sono letti a sufficienza così Mohamad viene ricoverato
solo per il tempo di cambiargli le bende, poi con la sua sofferenza, in braccio
alla mamma se ne deve andare ritornando, se sopravviverà, dopo quindici
giorni.
Arriva una donna urlando disperatamente. Il suo bimbo, Salim di
11 anni ha un’orrenda ferita lungo tutta la nuca, non ha più capelli, ha
vesciche e rigonfiamenti spaventosi, anche sul volto, come da corrosione di
acidi. Le cure che gli praticano immediatamente non bastano, ci vorrebbe un
intervento chirurgico, ma non è possibile!
E’ UNO SCANDALO!! IL MONDO SE NE
FREGA!! ANCHE LA CROCE ROSSA NON SI E’ MOSSA. Questo urlano i medici-volontari
di “24/24″.
Save the Children, l’organizzazione che
difende i diritti dei bambini nel mondo, sta facendo l’impossibile per portare
aiuti umanitari in diverse zone della Siria distribuendo cibo, acqua,
medicinali.
Ha proposto anche una sottoscrizione da
presentare all’ONU per chiedere il libero accesso degli operatori umanitari e
assistenziali in territorio siriano.
E il resto del mondo? Non vuole
vedere.
I medici che si stanno battendo per la
vita in territorio siriano chiedono alla Comunità Internazionale di riflettere e
di andare a vedere con i loro occhi. E aggiungono: “ma fate presto, prima che
sia troppo tardi”.
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