Avarizia e
Amore
Ho letto che l’avarizia è una malattia
ed incontrare un avaro è come incontrare un malato inguaribile, perché l’avaro
che non è consapevole di esserlo, bensì crede che sia un
valore……….
Un avaro che
risparmia su tutto, malgrado le sue possibilità economiche, è avaro anche in
amore.
Sono persone con
una mente ristretta, perché l’avarizia porta anche al risparmio
mentale.
A volte penso
…….. ma tutto questo risparmio, accatastare soldi dove credono di portarseli…
anche dentro la bara?
L’amore però è cieco, quindi il fatto di innamorarsi di
un avaro, sulle prime potrebbe essere cosa di poco
conto.
In fondo l’amore
non bada a spese, ma state tranquilli l’avaro sì, ci
bada…
Si dice che noi
genovesi abbiamo il braccino corto, ma questo signore era un piemontese di
Alessandria.
Nel mio
racconto vi parlo di una storia che io ho vissuto con un
avaro.
L’incontro è stato casuale, in un supermercato alla
cassa, lo sguardo è stato malandrino, il volto parlava per
noi.
Un bel signore, con
aspetto molto giovanile, distinto, con giacca e cravatta, mi garbava ed io non
sapevo come attaccare bottone.
Ho fatto cadere per terra una scatola della pasta, lui si
abbassa prontamente a raccoglierla e nel porgerla mi sfiora la mano… di
proposito.
Quel contatto
ha fatto vibrare di piacere il mio corpo, ma non sapevo a che cosa andavo
incontro…
Aveva il
potere di saper parlare erudito, mi piaceva ascoltarlo, sapeva molte cose ed io,
curiosa del sapere come sono, ero incantata.
Era un ex direttore di banca, vedovo, con figli
sposati.
Non nascondo
che ci ho fatto un pensierino.
Era un provetto ballerino di liscio, tutti ci guardavano,
specialmente quando si ballava il tango, mi aveva insegnato a farlo con i
passi.
I primi tempi mi
sentivo donna indipendente, quando lui, davanti alla cassa, mi porgeva la mano
aperta, segno che io dovevo pagarmi il
biglietto.
La vergogna
veniva dopo che nascondeva il cappotto per non pagare il guardaroba, finché il
proprietario glielo fece notare.
Lì non ti offriva il caffè, dovevi uscire, solo in un
Cral di anziani perché costava 20c di meno.
Mai in macchina, si usava sempre il bus ed ognuno si
pagava il suo biglietto.
Il bello viene quando c’è l’aumento di questo, il suo
suggerimento “si va a piedi”.
Avaro dentro, godereccio
fuori!
Gli piaceva
mangiare e io cretina lo invitavo.
Una volta, per contraccambiare il mio pranzo è arrivato
con dei fiori, certo mi sono meravigliata, ma non sapevo che li aveva presi alla
vicina, nel suo giardino, solo dopo che questa mi disse “hanno rubato dei
fiori”.
Il colmo della
sua avarizia “Ti porto a cena fuori, ma andiamo da un amico che mi fa lo
sconto”
Quando penso a
lui mi tornano alla mente i panni stesi al sole lavati dalle nostre nonne che
usavano il sapone di Marsiglia, era l’unico sapone che usava, sì perché un pezzo
dura anche un anno.
Ma
la mia rabbia era che era benestante, ma mentalmente un
poveraccio.
Non so come
ho fatto con il mio carattere a uscirci per un
mese.
L’esistenza
quotidiana con una persona avara diventa opprimente, deludente, priva di
luce.
-
- IL COLMO
DELL’AVARIZIA
L’avarizia è uno dei peggiori difetti
dell’uomo, è anche uno dei peccati capitali.
Io, che di natura sono generosa, mi stavo perdendo in un
inferno, sperando in un cambiamento, ma come si nasce si
muore.
Per fortuna il
mio buon senso è prevalso ed ho messo alla porta, felice di averlo fatto, quel
signore distinto, ma avaro.
Un consiglio a tutte le donne: povero in canna, ma con
il cuore grande!
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