lunedì 28 gennaio 2013

penso che questo riassunto fatto da un ragazzo per la tesi di esame anche Berlusconi dovrebbe leggerla per ricordare in base alle dichiarazioni che ha fatto per il giorno della memoria
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l Fascismo

Il fascismo fu un movimento politico italiano, fondato da Benito Mussolini nel 1919. La parola “fascismo” deriva dal fascio littorio, che era il simbolo del potere nell’antica Roma.

LE ORIGINI DEL FASCISMO

Il fascismo nacque in Italia in una situazione politica ed economica particolare. L’Italia era uscita vittoriosa dalla prima guerra mondiale e aveva ampliato il suo territorio. Nonostante ciò, le conseguenze del conflitto furono molto gravi: oltre 600.000 morti e un milione di invalidi e feriti.

Non meno grave era la situazione economica in cui si trovava il paese, distrutto dalla guerra e sommerso dai debiti. Non solo le promesse di un lavoro sicuro, fatte ai reduci di guerra (cioè a coloro che erano tornati a casa), non poterono essere mantenute, ma gli agricoltori trovarono i campi incolti, e molti operai rimasero senza lavoro perché la maggior parte delle fabbriche era chiusa per mancanza di materie prime. In varie città italiane scoppiarono scioperi e manifestazioni di protesta. I grossi industriali e i proprietari terrieri temevano una rivoluzione socialista e chiedevano un deciso intervento del governo per reprimere i moti di protesta.

In questo clima di incertezza e malcontento generale, si fece avanti Benito Mussolini, un giornalista poi entrato in politica, che formò a Milano un’associazione chiamata Fasci di combattimento. In poco tempo vi aderirono numerose persone, convinte che solo l’ordine, l’autorità e la forza avrebbero potuto porre rimedio alle difficoltà del momento. I Fasci di combattimento erano chiamati anche Camicie Nere, dal colore della divisa.

Grazie all’appoggio economico degli industriali e dei proprietari terrieri, al silenzio del governo e delle forze dell’ordine, il movimento fascista diventò sempre più violento. Operai, socialisti e sindacalisti venivano quotidianamente picchiati e costretti a bere l’olio di ricino come punizione; alcuni vennero torturati e morirono per le violenze subite.

Nonostante la campagna di violenza, i sostenitori del fascismo aumentavano ogni giorno e, nel 1921, Mussolini decise di trasformare il movimento in un partito politico: nasceva così il Partito nazionale fascista.

IL FASCISMO AL POTERE

Nell’ottobre del 1922, Mussolini approfittò della situazione che si era creata per prendere direttamente il potere. Ordinò quindi alle Camicie Nere di marciare verso Roma per occupare la capitale. Il re Vittorio Emanuele III di Savoia non fece intervenire l’esercito e diede a Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo. La Marcia su Roma era stata un successo; in soli tre anni il fascismo era arrivato al potere.

Una volta al governo, Mussolini tolse di mezzo i suoi oppositori e instaurò la dittatura fascista. Alle elezioni del 1924, illegali perché si svolsero in un clima di minacce, il fascismo ottenne la maggioranza dei voti. Il deputato socialista Giacomo Matteotti, che aveva denunciato in Parlamento le violenze e gli abusi dei fascisti, fu rapito e ucciso. L’uccisione di Matteotti suscitò un forte sdegno in Italia e all’estero, ma gli avversari del fascismo non riuscirono a far dimettere Mussolini.

LA DITTATURA FASCISTA

Anzi, Mussolini, che ben presto si fece chiamare Duce (dal latino dux, cioè “capo, guida”), rafforzò il suo potere. Dichiarò che ogni altro partito e associazione erano illegali, ed eliminò ogni forma di libertà (di stampa, di espressione, di associazione). Gli oppositori del fascismo furono imprigionati o mandati al confino in luoghi sperduti. Ogni voce di dissenso fu fatta tacere.

Nelle scuole divenne obbligatorio l’insegnamento delle nozioni della cultura fascista e tutti i giovani furono organizzati in associazioni di stampo militare: i Figli della Lupa radunavano i bambini dai 6 agli 8 anni, mentre i ragazzini dagli 8 ai 14 anni si dividevano tra le Piccole Italiane e i Balilla. Queste associazioni, che furono poi raggruppate nella Gioventù italiana del Littorio (GIL), impartivano ai giovani un addestramento di tipo militare, che prevedeva molti esercizi fisici. Tutte le feste pubbliche, la parate ufficiali, le gare sportive, le mostre e i raduni diventarono l’occasione per esaltare e festeggiare il fascismo.

Mussolini promosse poi una forte propaganda attraverso la radio e i giornali. I suoi slogan, come “credere, obbedire, combattere” o “meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora”, venivano ripetuti all’infinito. Per poter controllare i lavoratori, il Duce organizzò non solo il loro tempo lavorativo, ma anche quello libero: creò circoli ricreativi come le Case del Fascio, e istituì le colonie estive per i bambini più poveri.
Nel 1929 Mussolini e papa Pio XI firmarono i Patti Lateranensi. Così il governo riconosceva il cattolicesimo come religione di stato.

Per cercare di rimettere in sesto l’economia italiana, Mussolini mise dei limiti alle merci che si potevano importare dall’estero, favorendo la produzione interna. Promosse l’agricoltura e avviò la bonifica di zone paludose, come l’Agro Pontino. Fece costruire nuove linee ferroviarie. Abolì il diritto di sciopero per i lavoratori e impose la giornata lavorativa di 9 ore. Ma, nonostante il diretto intervento dello stato, la disoccupazione rimase molto alta e l’Italia restò un paese arretrato rispetto alle altre potenze europee.

Nel 1936, spinto dal desiderio di fare dell’Italia una potenza coloniale, Mussolini decise di conquistare l’Etiopia. Nello stesso anno strinse un patto di alleanza con Adolf Hitler: l’Asse Roma-Berlino. Per avvicinarsi alla politica dei nazisti tedeschi, nel 1938 vennero emanate in Italia le leggi razziali contro gli ebrei, proibendo loro ogni attività pubblica, come l’insegnamento. A pochi fu concesso di emigrare, e gran parte finì nei campi di concentramento.

LA SECONDA GUERRA MONDIALE E LA CADUTA DEL FASCISMO

Nel 1939 Mussolini decise di stringere ancora di più la sua alleanza con Hitler, perché era convinto che, al suo fianco, l’Italia avrebbe potuto diventare una grande potenza. Firmò quindi con la Germania nazista il Patto d’Acciaio, che prevedeva aiuto reciproco in caso di guerra. Nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale, Mussolini fu colto di sorpresa, e decise di non entrare in guerra. Poi però, accorgendosi dei rapidi successi riportati da Hitler, temette di rimanere escluso dai benefici della vittoria e, il 10 giugno 1940, dichiarò l’entrata in guerra dell’Italia, a fianco della Germania.

La guerra, contrariamente alle speranze del Duce, non finì in pochi mesi. Anzi, si protrasse per tre lunghi anni, durante i quali l’esercito italiano subì dure sconfitte in Grecia e in Africa, oltre che gravi perdite in Russia.

Dopo lo sbarco delle truppe anglo-americane sulle coste della Sicilia (9 luglio 1943), il Gran Consiglio del Fascismo (presieduto dallo stesso Mussolini e composto da alti dirigenti del Partito nazionale fascista e dai presidenti della Camera e del Senato) decise di deporre il duce. Il 25 luglio, il re ordinò il suo arresto e diede l’incarico di formare il governo al maresciallo Pietro Badoglio.

Mussolini fu però liberato dai tedeschi e posto alla guida della Repubblica sociale italiana, o Repubblica di Salò (dal nome della cittadina di Salò, in provincia di Brescia, che era la sede del governo). La Repubblica di Salò era stata costituita dai nazisti per controllare l’Italia settentrionale e contrastare meglio l’avanzata dal Sud Italia degli Alleati.
Il 27 aprile del 1945, Mussolini cercò di scappare in Svizzera, ma fu riconosciuto dai partigiani a Dongo, sul Lago di Como. Catturato, venne giustiziato il 28 aprile 1945. Finiva così, dopo oltre vent’anni di potere, la dittatura fascist 

sabato 19 gennaio 2013

la liguria come le dolomiti

La  liguria è una regione meravigliosa che regala al turista 
che la visita ogni tipo di servizio dal mare alla montagna.
è infatti stretta tra  
catene montuose
delle Alpi e dell'Appenino
vi mostro alcune foto di s Stefano D'aveto 
che si trova circa a 30 minuti dal mare dove si scia e sembra di essere nel trentino

Il Bisso - La Seta Del Mare ( Sant'Antioco Sardegna )



Il Bisso è una fibra di origine animale di particolare pregio: Viene prodotta da un grande mollusco Bivalve presente nei fondali del mar mediterraneo: Il suo colore ambrato e scuro si modifica se viene esposto alla luce dove per effetto dei raggi del sole diventa oro. Mentre ai tempi di mia nonna, i pescatori pescavano le pinne e si aveva la possibilità di avere a disposizione grandi quantità di filato di lunghezza apprezzabile, utile a poter eseguire tessuti interamente lavorati per ordito e trama di Bisso: Il Bioccolo di seta, veniva estratto con uno strappo e fatto essiccare all'ombra in modo da poter eseguire una cardatura con cardi di ferro grossi e poter dopo la dissala tura della fibra, filarlo e ritorcerlo con l’utilizzo di fusi pesanti e canocchie dove la fibra veniva avvolta in quantità pari a 300 gr. Per volta per poter ottenere matasse di filato che fossero utili a stendere orditi lunghi fino a 17 mt. di lunghezza che servivano a costituire il letto dei fili che permetteva con trame diverse la Tessitura di teli di orbace utili a creare abiti di pregio inestimabile riservati a Papi e Regine o Capi di Stato. Naturalmente visto che Io desideravo,cercai di mantenere l’equilibrio tra mare e terra e di mantenere in vita sia la memoria storica del tessuto che Il rispetto per la natura. Dopo aver giurato a mia nonna e al mare che avrei continuato a conservare per tutti questa arte mi sono preoccupata per anni di studiare l’eco-sistema della mia Isola in maniera da scoprire che in particolari periodi dell’anno Il fango dei fondali della Laguna diventa morbido per le particolari condizioni climatiche e quindi è possibile estrarre l’animale senza fargli male ed è anche possibile tagliare la seta e rimettere a dimora l’animale senza danneggiarlo ottenendo in regalo dal mare quanto indispensabile a produrre tessuti di pregio inestimabile destinati al piacere di tutti ma riservati alla sola conservazione storica di questa arte: È stato infatti necessario modificare totalmente la lavorazione e la filatura della fibra. E’ anche ovvio che la lavorazione per la sua complessità e anti-economica ed è quindi impensabile vedere la possibilità di poter usare questo tessuto per un’eventuale commercio sia pure di alto livello. Ma del resto non è mai stato il mio intento, visto che ho preferito seguire le leggi della Maestria che impongono la sola conservazione di questo bene a favore di tutti: Nel Giuramento dell’acqua è chiaramente espressa la volontà di mantenimento di un’arte come bene dell’umanità e non come proprio consumo personale. Si può anche parlare in senso tecnico di cosa è necessario fare per trattare la fibra, ma e ovvio che non si può tradurre in parole un patrimonio gestuale così antico. Vi dirà quindi cercando di essere, chiara quali sono le operazioni alle quali la fibra viene sottoposta, ma chi volesse cimentarsi in tali fatiche,dovrà frequentare per anni, la bottega di un maestro per cogliere gesti e movimenti e poter i imitare.
Si può raggiungere in un anno una raccolta di seta di circa 600 gr. in un banco di pinne di età adulta di circa sette anni.
La seta và dissalata per un periodo di 25 gg.
Avendo cura di cambiare ripetutamente l’acqua dolce fino alla completa dissala tura.
La fibra viene posta ad asciugare all'ombra fino a quando è perfettamente asciutta.
Viene immersa in un bagno composto da vari elementi naturali che la rendono elastica e pronta alla lavorazione. Dopo questo trattamento si presenta lucida, e di un bel colore ambrato.
La fibra viene fatta asciugare in posto ventilato e ombroso perché non si disidrati troppo.
Per la cardatura, viene utilizzato un cardo a spilli molto piccolo , utile a separare le fibre dalle eventuali minuscole alghe ancora presenti.
bisso-fuso-e-cardo - © Roberto Rossi
Per la filatura è invece indispensabile usare un piccolo fuso con la testa di diametro non superiore a cm3,5 e con una bacchetta non più lunga di 20cm.
La filatura è molto complessa visto che si devono concatenare fibre non più lunghe di 2 o massimo 3cm. Viene eseguita molto velocemente e per torsione con l’uso delle sole mani senza nessun ausilio per tenere la fibra e il risultato è eccellente sia per tenuta che per morbidezza.
La fibra così ottenuta è utile a esecuzioni di particolare pregio e può essere utilizzata in diverse metodologie di lavorazione: La tessitura di tessuti eseguiti con le unghie è ancora in auge nella mia stanza e può essere fruibile dal pubblico: Essa viene eseguita su orditi di lino e la battitura può avvenire solo con l’utilizzo di pettini di canna.
lavorazione del bisso - © Roberto Rossilavorazione del bisso - © Roberto Rossilavorazione del bisso - © Roberto Rossi
Abbiamo avuto il piacere di incontrarci in questo piccolo accesso alla mia vita di maestro di Bisso ma e ovvio che nulla può dare un così piccolo scrivere, per conoscere apprezzare e amare bisogna entrare nel mondo magico della Bottega dove l’arte vive senza la paura di essere venduta e dove l’incontro con chi la ama e la difende diventa… un momento da vivere che non può essere descritto neanche da un maestro.
Chiara 

TG1 STORIA condotta da Roberto Olla. 8 novembre 2010

martedì 15 gennaio 2013



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LA CAGNOLINA CHE HA COMMOSSO L'ARGENTINA per aver salvato una neonata abbandonata tra i rifiuti

Storie di animali dal comportamento umano? No, si tratta semplicemente di “animali” e delle loro azioni incondizionate.
L’affetto di un cane può aiutarti in un momento difficile della vita e le fusa di un gatto rilassarti dopo una brutta giornata di lavoro, ma spesso un animale può addirittura salvarti la vita.
Una neonata di Abasto, a 50 chilometri da Buenos Aires dovrà essere per sempre riconoscente ad una cagnolina che l’ha salvata da una morte certa.
La piccola era stata abbandonata tra i rifiuti di una baraccopoli argentina a pochi giorni dalla nascita. La madre, quattordicenne, l’aveva abbandonata dopo averla data alla luce in una campagna vicina.
La China, eroina a quattro zampe, aveva scovato il piccolo cucciolo d’uomo tra i rifiuti e dopo averlo preso con i denti, senza procurargli il minimo graffio lo aveva condotto per svariati kilometri fino alla sua cuccia. Qui, la cagnolina ha adagiato la bimba tra gli altri cuccioli e se n’è presa cura fino al mattino seguente, riscaldando il piccolo corpicino per tutta la notte.
L’indomani, il contadino Fabio Anze, nonché padrone di La China, si ritrova dinanzi una scena che stenta a credere. Tra i cuccioli ce n’è uno in più, ma si tratta di una neonata. L’uomo dice di aver sentito dei vagiti umani e insospettito si sarebbe recato presso la cuccia del suo cane, dove ha fatto l’incredibile scoperta. Chiamata la polizia, la bimba dal peso di quattro kilogrammi, è stata immediatamente portata all’ospedale pediatrico di La Plata, dove sono state confermate le buone condizioni di salute.
La madre naturale ha dovuto rispondere dell’accusa di abbandono di minore, mentre quella “adottiva”, senza nemmeno saperlo è divenuta la cagnolina che ha commosso l’Argentina

giovedì 10 gennaio 2013

Una gigantografia del comune delle Cinque Terre si trova all’ingresso della più grande comunità virtuale di viaggiatori al mondo negli Stati Uniti. Soddisfazione per la Regione Liguria

lunedì 7 gennaio 2013

Vi è del paradosso tra i pensionati da 1000 al mese e i nostri deputati, mi arriva una raccomandata dal INPS dove dice che 
per l'anno 2011 non ha ricevuto il mio Red (redditometro di chi 
non ha nulla)oltre la pensione
noi a quale fondo tingiamo?
Sono tutti uguali e veramente alle lezioni politiche non sappiamo a chi dare il voto non si ha fiducia di nessuno

sabato 5 gennaio 2013

le suocere cattive anche a Natale

Che fra consuocere non scorre simpatia è vero, ma da persone civili la quale crediamo di essere almeno la buona educazione.
Siamo mamme entrambe e dobbiamo avere solo il compito, di fare il meglio per i nostri figli, mai entrare nella loro prassi,
anche se abbiamo idee diverse non intromettersi, aiutarli con i figli senza avere la pretesa di educarli.
Si avvicinano le feste dove farle?
Erano due anni che tutti ci riunivamo in casa di Laura (la più piccola dei miei tre figli) essendo rimasta sola lei non intendeva farlo senza la sua mamma.
La suocera aveva deciso tutti a casa sua senza la mia presenza,
non sono un ospite gradito.
Per tutta risposta fu un bel NO la mia mamma non lascio sola ed ognuno a questo punto  con la sua famiglia.
Ecco la risposta della suocera "Fin Ché dura la tua famiglia"
Da quella lingua come una vipera avvelenata un male così grande non poteva uscire.
Spero tanto che sia solo questione di impulso, perché se riflette 
sulle sue parole augura a suo figlio e ai suoi nipotini lo sfasciamento di una famiglia.
Come può arrivare una madre ad augurare questo?
Ha solo fatto fare della rabbia e allontanare le persone.
Il figlio che è succube della madre, e non ha ancora tagliato il cordone ombellicare totalmente non sa difendere la sua famiglia 
che si è creato.
Penso che io se fossi al posto di mia figlia non la vorrei più vedere in faccia, ed è quello che sta facendo
non negandole i nipotini  che li vede al sabato.
     

venerdì 4 gennaio 2013


presa da web 
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LA BEFANA PER NOI

La Befana è una vecchietta che vola su una scopa; porta uno scialle sulla testa e i suoi abiti scuri sono strappati e sporchi di fuliggine, perché per entrare nelle case si cala giù dal camino. Questa vecchina, la notte del 5 Gennaio, quando le persone dormono, porta doni ai bambini: bambole, macchinine, libri, giochi vari e dolciumi. Se qualcuno è stato disubbidiente, troverà carbone, cenere, cipolle, aglio. Una settimana prima della festa, i bambini cercano di fare i "buoni" e la sera prima preparano la calza appesa al camino e vanno a letto presto.
Sono emozionati, curiosi di vedere il loro regalo, ansiosi per l'arrivo della Befana e talvolta, un po' impauriti.
Il giorno della festa sono allegri, contenti del regalo ricevuto o un po' delusi perché non sono stati accontentati e per il carbone che nelle calze non manca mai.
Molti bambini credono che la Befana sia la moglie di Babbo Natale e che abiti al Polo Sud, mentre il marito vive al Polo Nord. Babbo Natale non sempre riesce ad accontentare i desideri dei bambini e a questo cerca di rimediare la Befana.
Qualche bambino pensa che la Befana esista veramente, cerca di immaginarla e la aspetta con ansia; alcuni non ci credono e pensano che sia la mamma a mettere i regali nelle calze, però fanno finta di non saperlo. Nel nostro paese, l'Amministrazione Comunale ogni anno organizza una piccola festa: una signora vestita da Befana distribuisce a tutti i bambini un pacco di cioccolatini, caramelle, quaderni, matite, penne e gomme.
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LA LEGGENDA DELLA BEFANA

 Un giorno, i Re Magi partirono carichi di doni (oro, incenso e mirra) per Gesù Bambino.
Attraversarono molti paesi guidati da una stella, e in ogni luogo in cui passavano, gli abitanti accorrevano per conoscerli e unirsi a loro.
Ci fu solamente una vecchietta che in un primo tempo voleva andare, ma all’ultimo minuto cambiò idea, rifiutandosi di seguirli.
Il giorno dopo, pentita, cercò di raggiungere i Re Magi, che però erano già troppo lontani.
Per questo la vecchina non vide Gesù Bambino, né quella volta né mai.
Da allora ella, nella notte fra il cinque e il sei Gennaio, volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa per le case a portare ai bambini buoni i doni che non ha dato a Gesù.
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LE NOSTRE RICERCHE SULLA FESTA DELLA BEFANA

La Befana si festeggia il giorno dell’Epifania, una festa religiosa che ricorre il sei Gennaio e ricorda la visita dei Re Magi a Gesù Bambino.
Tre re, Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, partirono da paesi diversi, forse la Nubia, la Godolia e Tharsis, per portare doni a Gesù: oro, incenso e mirra.
Si incontrarono vicino a Gerusalemme e, pur parlando lingue diverse, si compresero e si accorsero di avere la stessa meta; così proseguirono il viaggio insieme.
Giunti alla grotta offrirono a Gesù i loro doni, lo adorarono e ripartirono.
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DOVE E QUANDO E’ NATA LA BEFANA

Non si sa in quale città o regione italiana sia "nata" la Befana, ma di essa si è incominciato a parlare nel milleduecento.
Da allora, questa festa è diventata una delle più importanti e attese dai bambini.
La Befana è una vecchietta brutta e arcigna che intimorisce i bambini e nello stesso tempo è una vecchietta di buon cuore che porta doni ai bambini buoni.
Forse, la vecchietta rappresenta l’anno vecchio che, dopo le feste del periodo natalizio, se ne va lasciando dei doni.
A questo proposito esiste ancora un detto:
"L’Epifania tutte le feste porta via".

PERCHE' SI CHIAMA BEFANA

Il suo nome deriva da Epifania, trasformato poi in "Beffania" per ricordare la "Strega di Beffania" che volava sui tetti delle case in quella notte. Col passare del tempo perse le lettere "f" ed "i" e diventò Befana.

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LA BEFANA AL TEMPO DEI NONNI

Al tempo dei nostri nonni nelle case si aspettava la Befana appendendo al camino una calza di lana fatta a mano con i ferri dalle mamme o dalle nonne. Essi, da piccoli, credevano molto alla Befana; le scrivevano una lettera esprimendo i loro desideri che, per lo più, non venivano esauditi perché c'era molta povertà. Quando arrivavano i doni della Befana, tutti i bambini erano molto contenti perché era l'unica festa in cui ricevevano dolciumi. 
Nella calza i bambini trovavano poca roba: qualche mandarino, caramelle di orzo fatte in casa, castagne, noci e lupini; essi sapevano che dovevano essere buoni almeno due mesi prima della festività, altrimenti avrebbero ricevuto carbone, cenere, cipolla, aglio e carote.
Nella calza non si trovavano giocattoli, se non bamboline di stoffa cucite dalle mamme o dalle nonne. Non si preparavano piatti particolari in quel giorno, ma in alcune famiglie ci si riuniva per mangiare castagne, noci e frittelle. In occasione di questa festa, in alcuni paesi venivano dati dei buoni alle famiglie più bisogn