lunedì 26 marzo 2012

autolet di Serravalle il più grande d'Europa

è stata per me la prima volta che sono entrata in una cittadella dello sciopin, la sua struttura è circolare come se fosse creata per intrattenere i clienti,  con piccole casette dai tetti rossi per le sue tegole, si può dire che è conforme al paesaggio di campagna, con una grande vasca in mezzo alla piazza, bello è il vedersi.
La gente viene da tutta Italia per comprare le grandi firme a prezzi di saldo, formano anche dei pullman,scendono gli affaristi convinti.
di questo io voglio parlare ma sono pienamente conviti di fare un affare:guardando i prezzi esposti per due straccetti che hanno una firma ti girano le palle degli occhi a vedere il prezzo,
poi devi mangiare qualcosa e la benzina alla fine ti rendi conto che non hai risparmiato niente,ma la gente c'è come le mosche,
poi noi sentiamo che in tv si dice che non si arriva a fine mese ,che la disoccupazione è in aumento, mi sono domandata di quando vero c'è se ho visto la coda per entrare in un negozio di Prada e così anche per gli altri.
 la mia che è stata pura curiosità e non ho comprato nulla  posso pensare cosa la gente ci ha lasciato,allora ditemi dove è la miseria ? gli operai in cassa integrazione, e poi quie macchi noni
che sembravano carovane.
piccoli borghesi che camminano con le toppe nel sedere che costano l'ira di Dio ecco chi erano queste persone.
Ai miei tempi le toppe si mettevano per far durare il pantalone oggi è di moda, io non ci capisco più niente e voi?
  

domenica 25 marzo 2012

San Remo sfilata di carri di primavera


xx giornata del FAI

Questo è il gioiello che io oggi ho visitato grazie al FAI che ha aperto le porte 
è un ex  albergo abbandonato per anni era uno bruttura al centro della città vicino alla stazione principale.
Oggi ho visto un gioiello rinato con una finezza di marmi le immagini vi danno una idea più delle mie parole 

giovedì 15 marzo 2012

Merli cittadini

questa storiella l'ò trovata in internet ma vi devo dire che mi sta capitando questo che leggete

MerloPDFStampaE-mail
Scritto da Roberto Allegri   
GRADITO OSPITE DEI NOSTRI GIARDINI
Merlo
Turdus merula
  Non importa se si vive in città o in un paese di provincia, c’è ugualmente una voce che si leva alta all’alba, prima che le automobili prendano possesso di ogni cosa. E’ la voce dei merli, un canto armonioso e complicato con cui questi uccelli, diventati ormai di casa nei nostri parchi e giardini, salutano con entusiasmo il giorno che inizia.
Facilissimo distinguere un merlo maschio perché la sua livrea è inconfondibile: il piumaggio nero come il carbone da cui spicca nitido il becco giallo-arancione. Più tenue e delicata la femmina, che conserva sempre piume brune, meno appariscenti come si conviene ad una mamma coscienziosa che deve covare le uova nascosta tra il fogliame. Ma la cosa curiosa è che ai merli ormai siamo tutti abituati. Non ci meraviglia più che degli uccelli abbiano imparato a vivere a così stretto contatto con gli uomini. Li vediamo ogni giorno, spesso mettiamo sul davanzale della finestra briciole di pane per aiutarli a passare i tempi più freddi, li sentiamo cantare appollaiati sulle cime degli alberi o sulla punta delle antenne tv. La loro presenza è certa, usuale, familiare. E così non ci meravigliamo più quando una coppia di merli decide di stare nel nostro giardino, magari di costruirvi il nido, oppure di insegnare a volare ai piccoli.
Invece, se prestassimo attenzione, scopriremmo che si tratta di animali bellissimi, attenti e molto intelligenti, in grado di capire in un attimo se siamo persone gentili e ben disposte verso di loro. Allora essi ci ricompensano dimostrando di fidarsi di noi, di non avere paura, di arrivare anche al punto di entrare in casa se trovano una finestra aperta perché la loro voglia di conoscere è senza confini.
Per i merli il periodo invernale è il più difficile. Col freddo infatti il cibo scarseggia e gli insetti di cui sono ghiotti sono scomparsi. Gli uccelli che vivono nelle città allora si avvicinano alle case per vedere se riescono a trovare qualcosa da mangiare. E’ questo il momento di installare in giardino una mangiatoia, di allestire un punto dove i merli, i passeri, i pettirossi e, se siamo fortunati, le cincie possano trovare di che sfamarsi. E se non si possiede un giardino, si può fare la stessa cosa sul balcone, sul terrazzo, anche sui davanzali delle finestre. L’importante è che la mangiatoia sia riparata dal vento e dalla pioggia e che non sia facilmente raggiungibile dai gatti. I felini infatti, che in fatto di astuzia non devono imparare da nessuno, si accorgono subito del punto dove i merli si danno convegno per mangiare e li attendono al varco. Se la mangiatoia è sistemata in giardino, meglio sarebbe metterla vicino ad una siepe così da offrire una via di fuga nascosta dalle foglie agli uccelli spaventati. Quindi si deve solamente cominciare a mettere cibo a disposizione ogni giorno: pane e biscotti, frutta oppure mangimi appositamente comprati nei negozi di animali.
All’inizio i merli studieranno la cosa da lontano. Poi, una volta capito che non vi è pericolo, accetteranno volentieri il dono. E tutte le mattine saranno lì, pronti. Ogni inverno io metto del pane nella mangiatoia del mio giardino. E i merli, se ritardo nel rifornire il loro piatto, vengono fin sulle finestre e picchiettano col becco i vetri. Sono diventati così sicuri che un giorno ho scoperto una merla in salotto. Aveva trovato la porta aperta e, zampettando, aveva percorso il corridoio fino al divano, fissandomi poi con quello che io ho interpretato come uno sguardo di disappunto.
Il premio per la nostra ospitalità arriva ai primi di marzo quando i merli decidono di costruire il nido in giardino. E’ meraviglioso sapere che hanno considerato la nostra casa sicura, protetta, adatta per mettere su famiglia. Allora il maschio si dà da fare sul serio col suo canto, per avvisare gli altri che quello è il suo territorio. Un canto musicale e complesso, perché i merli sanno imitare la voce degli altri uccelli e spesso infilano suoni ascoltati altrove nei loro gor

domenica 11 marzo 2012

vi presento le 5terre pronte per Pasqua ai visitatori dopo alluvione di Ottobre

Cinque Terre: Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore
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MONTEROSSO AL MARE

Monterosso al MareMonterosso al Mare





Monterosso al Mare è il paese più occidentale delle Cinque Terre. A ridosso di colline coltivate a vite ed olivo, Monterosso ha stupende spiagge, scogliere a picco e acque cristalline.
La torre Aurora, sopra il colle di San Cristoforo, separa il borgo antico medievale, sviluppatosi lungo le sponde del torrente Branco, ora coperto, da quello moderno e residenziale che si estende lungo la spiaggia. Monterosso Vecchio è dominata dalla mole dei resti del castello obertengo a strapiombo sul mare, le tipiche case-torri attraversate da stretti carruggi. Nella chiesa di San Francesco sono custodite importanti opere tra cui la Crocifissione, da molti attribuita al Van Dyck. Nel XVI secolo Monterosso era cinta da ben tredici torri, della quali restano tre torri rotonda nel castello, la torre medievale, oggi campanile della chiesa di San Giovanni, e la torre Aurora.
La spiaggia di Monterosso è la più estesa delle Cinque Terre e perciò il paese ha una vocazione prettamente turistica. Monterosso ha la maggior ricettività alberghiera delle Cinque Terre e della riviera del levante spezzino.
Da segnalare i carruggi del paese vecchio.



















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mercoledì 7 marzo 2012

al mio piccolo Diego con i suoi occhi di cerbiatto

Occhi  di cerbiatto


Mentre l'aria si profuma e piccoli boccioli 
nascono a vita, ascolto il cuore che canta.
Melodia e gioia, per una gemma dal
sorriso fresco e gioioso......
Due occhi di cerbiatto, un cuore di 
miele dorato,un nasino birichino,
un nome tenero Diego.
Il tuo sorriso è un intreccio di sole e gioia,
le labbra parlano cantando
Caro piccolo dagli occhi di cerbiatto
regali sogni e sorrisi.
Nel cielo azzurro profumo di primavera 
che ha il tuo nome Diego

8 marzo festa della donna

 Marzo risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare.Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario , bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme.

Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia.Questo triste fatto, ha dato il via negli anni immediatamente successivi ad una serie di celebrazioni che nei primi tempi erano circoscritte agli Stati Uniti e avevano come unico scopo il ricordo della orribile fine fatta dalle operaie morte nel rogo della fabbrica. Successivamente, con il diffondersi e il moltiplicarsi delle iniziative, che vedevano come protagoniste le rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alla condizione sociale, la data dell'8 marzo assunse un'importanza mondiale, diventando, grazie alle associazioni femministe, il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli, ma anche il punto di partenza per il proprio riscatto. Ai giorni nostri la festa della donna è molto attesa , le associazioni femminili organizzano manifestazioni e convegni sull'argomento, cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi che pesano ancora oggi sulla condizione femminile, ma è gradita anche dai fiorai che in questo giorno vendono una grande quantit

venerdì 2 marzo 2012

La lotta No Tav non può essere relegata a questione di ordine pubblico. E' bene comprendere le ragioni del Movimento e riavviare un confronto sulla base dei dati di ordine economico e ambientale. Ecco un video che racconta il punto di vista dei manifestanti No Tav, girato nel luglio 2011.

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tav in val di Susa si lotta per non distruggere la terra