domenica 20 maggio 2012

terremoto in Emilia sapetevi regolare



Muoiono perchè le scuole crollano, muoiono perchè qualcuno li fa saltare per aria.
Noi adulti diamo i nomi alle scuole e per questo ci sentiamo di aver compiuto un atto civico ed encomiabile. Ma loro magari per un giorno, per un’ora hanno sentito un po’ d’orgoglio per il nome di quella scuola. E per questo sono morti.
Sono morti perchè frequentare quella scuola poteva farli pensare, magari per un giorno, per un’ora.
Noi adulti ci siamo acquietati le coscienze dando i nomi alle scuole, loro sono saltati per aria per paura che le loro giovani coscienze fossero troppo vigili.
Siamo in un Paese che non difende i bambini. MAI.
Siamo in un Paese dove c’è ancora un sud, senza renderci conto che ormai il mondo è tanto grande, che i nostri piccoli e insignificanti nord e sud dovrebbero morire, insieme ai nord e sud di ogni parte del mondo.
Siamo in un Paese che non rispetta nessun simbolo, se non quando è il momento di farlo saltare in aria.
Siamo in un Paese dove i giornalisti, coloro che in altri Paesi, quelli sì, davvero a sud di ogni mondo, rappresentano l’indipendenza del pensiero, saccheggiano un profilo facebook per cercare foto della vittima del giorno e banchettare ancora con i morti.
Siamo un Paese che non trova MAI i colpevoli, perchè hanno nomi talmente noti e sfuggenti da sembrare innominabili, quando invece, dovremmo ricordarci che il nome del colpevole è, prima di tutto, uno: quello che ha innescato la bomba. Perchè se trovi il colpevole del singolo gesto, hai iniziato a reagire.
Siamo in un Paese dove non so come spiegare quello che è successo a mio figlio, perchè non posso promettergli che lo terrò al sicuro.
Siamo in un Paese che uccide l’innocenza un po’ ogni giorno, fino a quando non senti neanche più che fa male per l’abitudine.
Siamo al capolinea, signori. Non è la crisi economica che decreterà la nostra fine. E’ il baratro in cui siamo da tempo, perchè non sappiamo difendere i figli e le loro idee. Si scende, sta finendo la corsa. Non andremo lontano.
Oggi sarà un’altra data da commemorare, un altro simbolo inutile che servirà a qualcuno a lucidarsi immagine e coscienza. Oggi è un altro giorno senza colpevoli e senza risposte.
Oggi è un altro giorno in cui moriranno un po tutti non so spiegarlo a mio figlio

sabato 19 maggio 2012


parole di Niki Vendola



  1. Melissa va a scuola, dove deve partecipare alla festa dell’imparare: ad essere cittadina consapevole, socievole, solidale. Melissa non torna più. Chi sa rispondere alla domanda che tutti si pongono, come in una litania triste e disperata: perché? Perché spezzare questa esistenza ancora così giovane, perché cercare nemici da abbattere laddove ci
    sono solo ragazzini? La mafia, il terrorismo, la strategia della tensione, una vendetta privata, l’avventura di un folle: ora tocca agli investigatori provare a sgranare il rosario di tutti i perché. A noi tocca trovare le parole giuste, quelle che spesso ci mancano, per dire il dolore, per dire che non ci arrendiamo, per dire che difenderemo la vita contro i trafficanti di odio e di morte.

    A voi, ragazzi e ragazze che oggi piangete le vittime di questo orrendo crimine, vorrei dire che la migliore risposta a chi semina lutti è coltivare la vita, curare la libertà e la bellezza, usare la cultura come l’antidoto al degrado morale che partorisce la violenza

lunedì 14 maggio 2012

Questa è la crisi


Ha quindici anni, una ragazzina della provincia di Lecco, quindici.
Suo padre, piccolo imprenditore, ha ricevuto l’ennesima cartella esattoriale. Non ce la fa più, esce, appende i suoi quarant’anni a un albero in giardino.
Lei vede il papà impiccato, accorre, lo tiene sollevato con tutta la forza che ha, chiama in soccorso la mamma. I medici dell’ospedale di Lecco dicono che l’uomo se la caverà. Sua figlia l’ha salvato. La notizia finisce qua.
Ma a te chi ti salverà, ragazzina? Chi ti rimboccherà la vita come una coperta perché possa scordarti di tuo papà che oscilla al vento? Quale danno è stato compiuto nel tuo cuore?
Quale uomo avrà mai la forza di sollevare il mare e porgertelo in dono, così come tu, oggi, hai rovesciato il mondo?



sabato 12 maggio 2012


Due genitori

A proposito della festa della mamma e del paese senza asili nido ma con le lettere di dimissioni in bianco, credo che il più bel regalo che una mamma (o una futura mamma) possa ricevere domani – esclusi ovviamente i preziosi lavoretti scolastici dei pargoli, e le altrettanto preziose torte glassate per la cui vendita la festa è stata istituita – sia una decente legge sulla paternità. Perché i genitori, salvo eccezioni, sono due, e sarebbe carino che a ricordarcelo non fosse solo la Chicco, con l’ultima campagna per l’ultimo prodotto, bensì un ministro, magari uomo, magari con un decreto, tecnico, senza fronzoli, urgente, richiesto dall’Europa, per la crescita, per l’equità, eccetera eccetera: poche righe semplici che ci facciano scordarel’imbarazzo per i tre giorni di paternità proposti dalla Fornero e che ci avvicinino non solo all’Europa economica ma all’Europa sociale: quella dei diritti e dei doveri e non, una volta tanto, solo dei sacrifici.
Così magari, l’anno prossimo, festeggiamo la festa dei genitori, mamme e papà insieme, che i pupi così si fanno e così si crescono. O almeno si dovrebbe. Alla pari, tanti giorni l’una tanti giorni l’altro, oppure insieme, contemporaneamente in congedo

venerdì 11 maggio 2012

Il roseto di Nervi. - ritorna alle sue origini e al suo splendore

Il roseto di Nervi. - massimo verrina:

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festa della mamma

la festa della mamma fu istituita nel 1914negli 
Stati Uniti su proposta di Anna M.Jarvis




Anna era molto legata alla madre, un insegnante della Andrews
Methodist Church di Grafton, nel West Virginia.
 Dopo la morte della madre, Anna si impegnò inviando lettere
a ministri e membri del congresso affinché venisse celebrata 
una festa nazionale dedicata  a tutte le mamme. 
Questa festa doveva rappresentare un segno di affetto di tutti nei confronti della propria madre mentre questa era ancora 
viva.
Grazie alla sua tenacia e determinazione la prima festa della mamma fu celebrata a Graftone l'anno dopo a Filadelfia  
era il 10maggio 1908
Anna Jarvis scelse come simbolo di questa festa il garofano
fiore preferito della madre:
rosso per le mamme in vita, bianco per le mamme scomparse.
Nel 1914il Presidente Wilson annunciò la delibera del Congresso per festeggiare questa festa la seconda domenica di Maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine 
per le madri del paese.
Da quell'anno fu istituito"Mothers Day"
Oltre agli Stati Uniti questa è stata adottata dalla Danimarca,
Finlandia, Turchia, Australia, e Belgio.
In Norvegia viene celebrata la seconda domenica di Ottobre,
in Francia la festa della mamma cade l'ultima domenica di maggio ed è celebrata come compleanno della famiglia.
in Italia la festa della mamma si festeggia la seconda domenica di maggio come negli Stati Uniti.
I simboli di questa festa sono il rosso,il cuore, e le rose, che più di ogni altro fiore rappresenta l'amore e la bellezza
sa testimoniare l'affetto e la riconoscenza dei figli. 



domenica 6 maggio 2012

Questa è la luna vista dal l'osservatorio del righi di Genova nelle sue dimensioni molto più grandi il fenomeno si è presentato il 5/5/12 l'osservatorio era aperto al pubblico ed io ho potuto gustarmi lo spettacolo, in compenso mi hanno regalato la foto che vi mostro 

mercoledì 2 maggio 2012

Vorrei vedere chi di noi anziani non abbia problemi di artrosi e di rigidi mento delle articolazioni, io che credo di essere una sportiva, nel senso che vado a scarpinare sui monti, non sono di meno e da una settimana che ho trovato questo video e con buona volontà tutte le mattine vado su youtube e seguo la lezione di 23minuti  e mi sento molto sciolta. Questo senza uscire di casa e impegnando poco tempo, vi invito a provarci    

Lezioni di ginnastica per la terza età - 03/01/2011 - TVA Vicenza

martedì 1 maggio 2012

1 Maggio2012

Ho messo a confronto una foto ed un quadro dove entrambi a distanza di anni esprimano le stesse cose, lavoro uguaglianza, 
solidarietà,
Mi domando il tempo passa ma per noi operai le cose non cambiano