domenica 17 novembre 2013

una iniziativa di amt(azienda municipalizzata tranvie) con la  metro più corta  del mo
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Immaginiamo di essere per un giorno dei prodi cavalieri o delle belle dame cortesi e facciamo finta di tornare indietro nel tempo, proprio come in certi film. In una città come Genova non è affatto difficile. Girando nel suo centro storico e perdendosi tra viuzze e piazzette interne tutto è possibile... guardando con occhi attenti tutto ne sa di Medioevo.
Il nostro giro inizia proprio nel cuore di Genova, utilizzando la metropolitana e scendendo alla fermata di Sarzano/Sant’Agostino. Ci troviamo in Piazza Sarzano, dove nel IX secolo si tenevano giostre e tornei, qui gli artigiani come i cordai e gli ortolani esponevano la loro merce. Nella piazza sorge un curioso tempietto del XVI secolo, al centro c’è un pozzo, detto Pozzo di Giano, un’apertura delle grandi cisterne; pensa che un tempo era il serbatoio d’acqua del quartiere. La piazza secentesca è delimitata sul lato nord dal Complesso di Sant’Agostino(XIII secolo) che con il suo bel Chiostro merita una visita. Chiedi ai Frati Francescani di accompagnarti a visitare il Museo (www.museidigenova.it), saranno ben contenti di accoglierti e di fornire informazioni e racconti. Tra Piazza Sarzano e il mare, a ridosso delle mura della città, Campo Pisano, un borgo colorato che si affaccia su una piazzetta realizzata a “rissoeu”, tipica pavimentazione ligure di pietre di mare di colore bianco e nero, raffigurante una galea genovese. Un angolo particolare, con una storia particolare.
Lì furono, infatti, sistemati dalla Repubblica di Genova i prigionieri pisani, ai quali non era permesso vivere all’interno della città. C'è chi dice che ancora nell’ottocento si sentisse un accento toscano tra gli abitanti di quelle case. Risaliamo in Via Ravasco e in prossimità di Passo delle Murette è possibile salire su un tratto delle antiche mura medievali che separano la città antica dai nuovi insediamenti. Imbocchiamo Via del Colle dove sono ben visibili le massicce mura, edificate nel XII secolo per difendere Genova dalla minaccia del terribile imperatore Federico I Barbarossa. Arriviamo a Porta Soprana, l’ingresso alla città medievale, dove puoi visitare la Casa di Cristoforo Colombo e l’affascinante Chiostro di Sant’Andrea. Oltrepassa la Porta e dirigiti in Salita del Prione; nel giro di pochi minuti ti troverai in Piazza delle Erbe, dove potrai gustare piatti liguri della tradizione nelle tipiche trattorie.
A due passi, in Vico dei Castagna 14r, un po’ nascosto, troverai La Fabbrica del Cioccolato Viganotti: entrando in questa antichissima bottega ti sembrerà di entrare in una fiaba, dove mastri artigiani ti sapranno consigliare, in base ai tuoi gusti, prelibate delizie al cioccolato! Continuando il giro nei dintorni, raggiungerai un altro gioiellino medievale: la chiesa romanica di San Donato.
chiosco di s andrea
casa di Colombo

chiosco di s agostinovchiesa medievalestrada fatta di pietre di mare

Torre Embriaci e campanile monastero S Agostino







pozzo medievale 

venerdì 15 novembre 2013

sempre il mio poeta preferito Eugenio Montale,


Meriggia Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.



















Passare il pomeriggio, pallido (per il caldo) e riflessivo, vicino a un caldissimo recinto di un giardino, ascoltare tra i rovi e le sterpaglie canti rumorosi dei merli, fruscii dei serpenti. Nelle crepe del terreno o sulla pianta della veccia osservare le file di formiche rosse, che ora si dividono, ora si riuniscono, in cima a piccolissimi mucchietti di terra. Guardare attentamente tra i rami il balenare in lontananza delle onde che si accavallano, mentre si alzano tremolanti frinii di cicale dalle alture prive di vegetazione. E procedendo nel sole che abbaglia la vista, percepire con uno stupore malinconico com'è realmente la vita intera e la sua sofferenza, in questo camminare di fianco a un muro che ha in cima cocci taglienti di bottiglia.

martedì 12 novembre 2013

con grande gioia leggo che riapre il famoso caffè degli specchia genova 
A Genova, come in ogni città, ci sono dei posti prediletti e molto frequentati all'ora del tè e dell’aperitivo, uno di questi è certamente il Caffé degli Specchi, che si trova in pieno centro, in Salita Pollaiuoli, a pochi passi da Palazzo Ducale, in un vicolo che scende verso il cuore dei caruggi.
Accanto alla porta d’ingresso, un’insegna riporta una frase.
Il locale, che aprì i battenti nel lontano 1917, annoverava tra i suoi avventori l’autore di queste parole, il famoso poeta Dino Campana.
Una grotta di porcellana, così si presenta ai suoi visitatori questo Caffé storico, la volta del suo soffitto è completamente ricoperta di piastrelle color panna.
E lo scintillio degli specchi che tutto attorno riflettono la luce dona un particolare charme al locale.
Un’ambiente d’antan, il fascino di altri tempi, al tempo presente.
Al Caffè degli Specchi si gustano i piatti della tradizione genovese, dolci e pasticceria di prima qualità.
Nella bella stagione, si usa sedersi fuori, sulle panche poste in Salita Pollaiuoli.
E si viene qua per il più genovese degli aperitivi, a pochi metri c’è il traffico cittadino, dietro l’angolo c’è Piazza delle Erbe.
Genova è così, c’è una città, più antica e tanto viva, nella città.
E il Caffè degli Specchi è uno dei fiori all’occhiello del nostro centro storico.
Ma Genova è una città in salita e così sono i locali del sua città vecchia.
E allora saliamo al piano superiore, su per questa scala.
E la sala superiore ha questi colori caldi, luminosi, solari.
Non fatevi ingannare dall’immagine!
Oh, sì, vedete tutti i tavoli liberi perché la mia visita è avvenuta in un orario insolito, ma qui è sempre pieno, questo è uno dei locali preferiti dai genovesi.
Si viene qui, e ci si accomoda in un angolo, a far due chiacchere con un’amica.
E come potete notare, l’atmosfera non manca.
In inverno si viene a sorseggiare una fumante tazza di tè, e sono davvero molte le varietà che troverete, qui servono diversi tipi di tè e tisane, oppure si può optare per  un’ottima cioccolata calda, comodamente seduti ad uno dei tavolini accanto alle finestre, che guardano su Salita Pollaiuoli.
Al bancone, ad accogliervi con un sorriso, saranno Roberta e Valentina.
Qui l’aperitivo è tutto al femminile ed è Valentina a destreggiarsi con lo shaker e i vari ingredienti che riempiranno il vostro bicchiere.
Ve lo serviranno qui, in queste sale.
Ancora altri gradini.
Genova, la vera Genova è così.
E ancora colori caldi, le tinte del giallo.
E una finestra, una finestra che affaccia sui caruggi.

Guardate giù, per una delle più belle prospettive su Piazza Pollaiuoli, sul suo spazio ampio, sulla splendida edicola che la sovrasta, su quella strada verso la quale guardava Dino Campana, là, dove la folla saliva veloce.
E poi si scende e viene in mente un altro poeta, Giorgio Caproni.
Genova verticale,
vertigine aria scale.
Genova è anche questo, il Caffè degli Specchi con le sue suggestioni di inizio Novecento.
La bellezza di una città non è solo nei suoi monumenti, nella magnificenza di certe architetture, nello splendore delle sue chiese.
Il fascino di una città è anche nei suoi locali, presenze preziose e da tutelare, luoghi di aggregazione che si inseriscono in perfetta armonia nel tessuto urbano.
La porta si apre su Salita Pollaiouli, là fuori, dove vi attende l’antica Superba, una città tutta da scoprire.

vedute aeree del disastro ciclonico nelle Filippine


sono poche le case in muratura e quelle sono rimaste in piedi 

giovedì 7 novembre 2013

Una grande mostra a Genova Edward Munnch

Ci sono icone indelebili nella storia dell'arte che per la loro eccezionalità di moderne iconostasi finiscono per celare gran parte della poetica dei loro autori. Prendete l'Urlo di Munch. Poche opere nella storia del 900 hanno riscosso un tale successo di critica e di pubblico pari a questa opera celeberrima. Ma chi conosce l'immenso oltre della produzione di Edvard Munch? La mostra a lui dedicata al palazzo Ducale di Genova si propone fare il punto sulla più vera e autentica complessa dimensione del maggior pittore norvegese di tutti i tempi, la cui eredità alla morte era forte di mille quadri, 18 mila stampe, 300 disegni e acquerelli, 92 quaderni di schizzi , senza contare le xilografie, le sculture. Un artista audace nel sopprimere i confini tra supporti e tecniche artistiche, in grado di sfruttare dalle fotografie ai collage, ai film. Che cos' è l'arte? L'arte nasce dalla gioia e dal dolore. Ma soprattutto dal dolore" ripeteva questo autore di cui si celebra il 150nario dalla nascita, che oltre al tema della paura, della sofferenza e della morte - che gran parte ebbero nella sua interpretazione - trovò nella cinetica, forte dell'uso personalissimo delle linee, una delle cifre più inconfondibili.



Edvard Munch, palazzo ducale di genova, fino al 27 aprile, è prodotta da Palazzo Ducale fondazione Cultura,