Questaè una storia vera, di un personaggio noto a chi viveva nei vicoli, specialmente nella zona di Piazza Embriaci, Santa Maria di Castello, dei Giustiniani, perchè "a Violetta di caroggi" biazzicava per lì.
La sua storia è quella di una ragazza di buona famiglia che dopo una forte delusione amorosa,decide di vivere una vita da "vagabonda" nei vicoli della città, senza disturbare nessuno e con la sua dignità.
Un sentito grazie a Matteo Merli un nostro cantautore folk, per come ha saputo descrivere e raccontare il personaggio de a Violetta.
Un sentito grazie anche a chi ha postato le due foto della Violetta che io ho trovato in rete,con grande sorpresa e piacere, e che mi son permessa di prendere perchè la Violetta l'ho conosciuta e trovavo bello poterle rendere questo omaggio.
Questo sito non è a scopo di lucro alcuno,ma solo per raccontare e testimoniare di una Genova che ormai non c'è più,e che dopo la mia generazione scomparirà per sempre
Violetta dei caruggi
C'era una volta una ragazza
Onesta bella e di buona famiglia
Che si era innamorata di un 'uomo
Più disonesto che galantuomo
Era bello e ricco
E le aveva promesso il mare,i monti e la luna e tanta fortuna
Ma quando i fiori erano pronti
Una sera di maggio lui prende coraggio
"Sentimi bene Violetta
come dirlo non so ma il mio cuore è di un'altra"
non volendogli credere lei scappa di casa
si nasconde dalla vita e gli anni le passano vicino
ora Violetta gira per i caruggi
con tutti i suoi stracci e le sue cianfrusaglie
e và in giro con il volto tutto truccato
perché le è sempre piaciuto farsi guardare
Perché Violetta era, come si dice
una vera signora
che se la fortuna gira
non la vedi mai piangere ma piuttosto và via
e si nasconde da tutti
per lasciarsi appassire come un fiore in un libro
sperando che resti così com'è
e giri per i caruggi
con tutti i tuoi stracci e le tue quattro cianfrusaglie
con due borse di sogni e di libertà
ma a nessuno chiedi la carità
Ora Violetta gira per i caruggi
con tutti i suoi anni i suoi stracci e le sue cianfrusaglie
e và in giro con la faccia impiastricciata
perché le è sempre piaciuto farsi guardare
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