giovedì 26 gennaio 2012

Andrea Doria
Avevo scritto tanto tempo fa la mia vicenda vissuta da naufraga, in questi giorni  nefasti per i passeggeri della Concordia ho riprovato le sensazioni del passato.
                                       Ritorno alla vita 




Chi scrive è una nonna che ricorda la sua gioventù
Nel 1956 avevo 17anni, ma andiamo per ordine.
Sono nata e vissuta  a Genova città di mare 
molto spesso mi trovavo in porto a vedere e sognare i
famosi transatlantici.
Viaggiavo con la fantasia nel immaginare paesi lontani.
Per questo motivo quando su una locandina lessi che la 
"Società Italia"bandiva un corso per guardarobiera di bordo
non ci pensai due volte .
Anche se ho dovuto lottare con la famiglia ero minorenne.
Felice salpai da Genova diretta a New York
bella, bellissima la nave e tutti quei signori eleganti,
invece il laboratorio dove si lavava e stirava  per tutti  gli ufficiali,di bordo e la biancheria d'arredo(tovaglie ecc)e anche per i passeggeri se serviva 
era in fondo alla stiva, un caldo bestiale il mare lo vedevo solo dall'oblò, si lavorava 12ore al giorno
Per questo quella notte della collisione io non ho sentito il colpo 
dormivo come un sasso.
Solo la collega con voce terrorizzatami sveglio urlando
AFFONDIAMO!!!!!!!!!!!
In un baleno l'acqua  era già alta, era buio,mi sentivo trasportata, risucchiata, galleggiavo,sentivo urla, ho cercato di nuotare ma bevevo acqua amara, le onde erano alte poi non ricordo più nulla.
Mi dissero che si accorsero della mia presenza gettando i fari in mare pensavano fossi morta.
Invece la fibra forte ha resistito,ero solo ipotermica, mi portarono sulla nave che aveva fatto il disastro e mi curarono.
Lo sci ok subito non mi fa andare in mare oltre le mie ginocchia
come le persone della Concordia per tutta la vita di porti dietro il dramma 



 


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