venerdì 7 dicembre 2012


Il Presepe luminoso di Manarola0


Oltre duecentocinquanta sagome a grandezza naturale di contadini, pastori, pecorelle e pesci, quindicimila lampadine, sette chilometri di cavo elettrico, quattromila metri quadrati di estensione. Questi i numeri del più grande presepe illuminato del mondo che, durante le festività natalizie, accende di luci colorate un’intera collina in provincia di La Spezia. Ma se questi sono appunto giusto dei numeri, per venire ad apprezzare la dolcezza e la poesia di questo incanto luminoso bisogna venire fin qui tra i vigneti di Manarola, una delle Cinque Terre. Questo spettacolare presepe illuminato è probabilmente il più grande del mondo ed è tutto realizzato con materiali poveri di recupero, come pezzi di legno e di ferro.
Tutto quindi è realizzato nel rispetto della biodiversità: le lampadine che lo illuminano sono ad energia solare, alimentate dall’impianto fotovoltaico del municipio. L’autore di questa fantastica installazione è Mario Andreoli, ottantenne ferroviere in pensione, che ogni anno riaccende il presepe durante tutte le festività natalizie e anche oltre, dall’8 dicembre fino alla Candelora. L’ex ferroviere realizza tutto con le sue mani, si dedica a questo presepe nato per caso e ora diventato una ragione di vita, arrampicandosi con destrezzalungo il pendio del Monte delle Tre Croci, fin su in cima, dominata dalla capanna della Natività, con la Madonnina, San Giuseppe e Gesù Bambino, sormontata dalla stella cometa.
Dal tramonto fino a notte fonda, quindi, la collina si accende di tante luci colorate in questo bell’angolo di territorio che insieme ad altri quattro borghi: Monterosso al mare, Riomaggiore, Vernazza e Corniglia costituiscono il Parco delle Cinque Terre, che con i suoi 4.300 ettari è il parco nazionale più piccolo d’Italia e allo stesso tempo il più densamente popolato, con 5.000 abitanti. In questo parco che fa parte del Patrimonio dell’Umanità, i residenti in più di mille anni hanno modificato e adattato l’ambiente naturale sezionando gli scoscesi pendii delle colline per ricavarne strisce di terra coltivabili, i cosidetti ciàn, sorrette da circa settemila chilometri di muretti a secco, la lunghezza della Gran Muraglia cinese

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