domenica 14 aprile 2013


Ecco perché la crisi ci fa bene

“Un paese sviluppato non è quel posto dove anche i poveri hanno la macchina; bensì quello in cui anche i ricchi utilizzano i trasporti pubblici,” Sindaco di Bogotà, Colombia.
Vorrei provare però a vedere il rovescio della medaglia. Sì, perché secondo me alla lunga questa crisi ci farà bene.
Oggi, grazie alla mancanza di risorse che prima davamo per scontate, stiamo imparando a non indebitarci. A spendere i soldi in maniera più oculata.
Prima le scarpe bucate si buttavano. Oggi sento sempre più spesso chi si lamenta perché non ci sono più i ciabattini di una volta.
Ecco come tanti mestieri che erano svaniti per mancanza di mercato potrebbero rifiorire.
La nostra nuova coscienza, dettata dalla crisi, ci dice che buttare un paio di scarpe perché il tacco di quella sinistra è da rifare è uno spreco imperdonabile. E indebitarci per comprarne un nuovo paio in cinque comode rate uno sbaglio ancora più grosso.
Meglio andare dal ciabattino.
Questa crisi ci sta aiutando a capire che stavamo vivendo uno stile di vita al di sopra delle nostre possibilità.
Prendiamo come esempio il mercato immobiliare di un piccolo centro abitato della Sardegna (parlo di quello che conosco ma sospetto che altrove si assista allo stesso fenomeno).
Negli ultimi vent’anni si sono costruire case sempre nuove, sempre più in periferia. Con il risultato che il centro storico, i cui immobili erano posseduti dalle persone più anziane del paese, è andato mano a mano spopolandosi. Raggiungendo livelli di fatiscenza a cui, essendoci abituati, abbiamo smesso di far caso.
Oggi i giovani stanno invece riscoprendo l’arte del restauro. Sì, perché costa molto meno acquistare e ristrutturare una vecchia casa del centro storico che comprare un terreno edificabile e costruire una casa dalle fondamenta.
Con il risultato che non si erode più la campagna e il centro storico si ripopola di giovani coppie.

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