domenica 29 aprile 2012

gente di liguria



        

Gente della Liguria

E' bene sapere che :

I liguri hanno fama di burberi e di avere un carattere duro, più congeniale ai montanari che ai marinai, di solito più aperti e disponibili.
E in effetti il loro rapporto con il mare, seppure di grande rispetto, è in genere di timore e diffidenza. " 
miga pè ninte u ciaman mà " (mica per niente lo chiamano mare) è la loro filosofia, condensata in questo proverbio genovese dove la parola chiave è "  ", che in dialetto significa appunto "mare" ma anche "male". Navigatori per necessità, insomma, più che per vocazione.
C'è invece un grande attaccamento alla terra, aspra e prodiga di frutti come l'uva che dà deliziosi vini e le olive la cui spremitura produce un olio sublime.
E' da questo stretto e colorato "arco" fatto di monti, rocce e radure, di vigneti a terrazzo e da boschi e uliveti, che nasce l'orgoglio ligure della propria appartenenza, è un sentimento che deborda spesso però in municipalismi e in forti rivalità tra paesi, città, province.
Non è un caso che molti " 
zeneizi " (genovesi) chiamino ancora la loro città La Superba, come al tempo della Repubblica Marinara, e non vedano di buon occhio i loro " vicini ", per esempio di Chiavari o Savona, i quali per altro ricambiano questo sentimento con altrettanto affetto.
Scontrosità, anche con i forestieri, e la proverbiale tirchieria sono altri due presunti difetti dei liguri.
Il primo però sembra un luogo comune: chi trascorre le vacanze in Liguria è, generalmente, ben accolto, non si pente di esserci stato e ci ritorna molto volentieri.
Il secondo, invece, è un "neo" impossibile da smentire, anzi è quasi un "modus vivendi " da Portovenere a Ventimiglia.
Diciamo che per un ligure i denari, le "palanche", sono come i sentimenti: vanno spesi con accortezza.
Avari, dunque? O piuttosto "risparmiatori"? Dipende dai punti di vista. In proposito si dice che le finte finestre, i "trompe-l'oeil" di bugnature e stucchi sulle facciate dei palazzi, elementi decorativi diffusi in molte località della Liguria, siano uno stratagemma per evitare le.....imposte e risparmiare, con il fisco e sul costo dei lavori.
Ma forse è solo per il gusto di essere originali.
I liguri inoltre parlano poco, semmai sentenziano, talvolta scetticismo e ironia. Come gli inglesi, dunque, hanno un forte senso dell'umorismo: riescono a trasformare così un difetto in un pregio poco comune.
E le altre qualità? La schiettezza, innanzitutto. E poi i liguri sono grandi lavoratori, anche perché, si sa, il tempo è denaro e allora non va sprecato in attività non remunerative.
Tirchieria a parte, a Genova ammirare le bellezze del centro storico dall'alto non costa nulla.
Come fare ? Salite sugli " 
ammiadoi " [da ammià (guardare)], i terrazzini in cima ai tetti dei palazzi più antichi del "ventre" della Superba: sono piccoli spazi circondati da ringhiere e vasi di gerani e basilico.
Da lì potete abbracciare panorami unici che comprendono mare e montagne, porto, piazzette, i tipici " 
carruggi " (vicoli) e le tegole di ardesia dei tetti delle case.
L'unico inconveniente è farsi a piedi sei-sette piani di scale.
Sempre più rare , ma inconfondibili , a Genova e in altre città liguri, sono le friggitorie vicino al porto: chioschetti rivestiti di piastrelle bianche e unte dove si possono gustare i "
friscieu" (panzerotti con crema di ceci), frittelle di baccalà, torta pasqualina, totani fritti, castagnaccio e l'immancabile farinata di ceci.
E ancora, negli indirizzi troverete spesso accanto al numero civico la lettera "
r": si riferisce al color rosso che indica sempre: esercizi pubblici o commerciali. 



Un dialetto "birichino"

" Belin " è un intercalare diffuso nel dialetto dei liguri. Il termine, piuttosto colorito, è usato invece di "perbacco" o "accidenti".
" 
Belin ", dunque, è un'esclamazione tipicamente ligure che ha suoi equivalenti nelle altre regioni.
In Liguria è assai usato pure " 
Belinate " che sta per "stupidaggini".
Un dialetto alquanto espressivo quello ligure e influenzato dal provenzale nella Riviera del Ponente, dal Toscano-Lunigiano nella Riviera del Levante, dal genovese nella Superba (capoluogo) e nella zona centrale.
Ma le differenze sono sfumate.
Forte invece è la similitudine tra il genovese ed il portoghese: articoli e preposizioni si pronunciano nelle due lingue allo stesso modo, come pure molte parole tra cui "palanca" (moneta) e tacagno (avaro).
 

Mutanza di "Belin"

BelinunBelinaBelinateBelinoneAbelinato,

"Belinrappresenta l‘imprecazione, l‘esclamazione più usata nel dialetto genovese, potendo assumere tono affermativo, risentito, solenne, stupito, iroso, sconsolato, beffardo, e altro ancora.
Sono i principali sinonimi di 
Belin e ad essi rimandiamo: Affare,Anghilla, Canäio, Cannocciale,Cantabrûnn-a, Carottua, Cicciollo, Manûbrio, Nenne, Pigneu, Pistolla, Pinfao, Radiccia, Sûc

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