venerdì 21 settembre 2012


Una forma di volontariato che non tutti conoscono, pur esistendo da tempo, ma che è davvero una bella realtà che merita di essere portata in rilievo.
  Di Ilaria - Staff di Amando.it
Un grosso naso rosso, vestiti colorati, un sorriso sempre pronto ad essere donato e si parte. Comincia il giro tra le corsie, con allegria ma rispetto per chi lì davvero non si diverte. Se senti bussare alla porta e scorgi un buffo viso che chiede permesso, fallo entrare e avrai qualche minuto di chiacchiere, sorrisi e affetto.

Clown in corsia significa cercare di portare un po' di sollievo a chi non sta bene ed è in ospedale, ironizzando su se stessi e vestendosi in modo bizzarro, a volte serve davvero a lasciar cadere i muri e i preconcetti e a concedersi qualche attimo di pace. Clown e degenti, degli “estranei amici”, che entrano in contatto liberando una forza che è più grande di qualsiasi medicina: la forza del sorriso, della positività, dell'ottimismo, del volercela fare.

La Terapia del Sorriso non è un farmaco, non si prende in pillole né in gocce al posto delle medicine, ma ha un gusto dolce che se si assapora una volta si desidera ancora e ancora.

Di cosa sto parlando? Sono parole a caso? No, affatto! Cerchiamo di capire meglio.

Clown in corsia
Patch Adams e la Terapia del Sorriso

La Terapia del Sorriso, o clownterapia, è quella che il dottor Hunter Doherty Adams ha “inventato”.
Hunter nasce a Washington nel 1945, dove vive con la madre e il fratello, mentre il padre è impegnato nella guerra. La figura maschile assente lo fa crescere comunque molto attaccato ai sentimenti e alla famiglia. Quando il padre muore di infarto lui ha solo 16 anni e la sua stranezza e originalità latenti scoppiano fuori. Da sempre studente molto interessato nella scienza, chimica e medicina, diventa un adolescente ribelle, che va contro le cieche imposizioni di religione e stato ed è attratto da ciò che non conosce, dalla natura dell'uomo. Purtroppo la vita non è affatto delicata con Hunter ed il suo equilibrio già precario si frantuma con una personale malattia mal curata ed il suicidio dello zio che gli stava facendo da padre sostitutivo. Il giovane è allo sbando, cerca più volte di metter fine alla sua vita, ma non vi riesce, chiede allora di essere ricoverato in una clinica psichiatrica ed è questo il suo reale punto di svolta.
Il questo luogo di “matti”, Hunter capisce che la pazzia è spesso la reazione dell'uomo alle brutture del mondo e che il guaio più grosso è perdere di vista cos'è l'amore e ritrovarsi immersi nella solitudine. Hunter non è solo, ha chi gli vuole bene e, aiutando gli altri suoi compagni di clinica, si rende conto che l'amicizia, l'ironia e la condivisione possono spesso far guarire mettendo una “patch”, una pezza, a quello che non va.
E così Patch Adams riprende il giusto coraggio e fiducia nella vita, esce dalla clinica e si iscrive a medicina, dove riprende le sue ricerche sulla natura umana e scardina qualsiasi regola e preconcetto di disciplina e ordine medico, andando già dal primo anno di corso a trovare i malati, soprattutto terminali o bambini gravi, quando si potrebbe solo dal terzo anno. Porta loro allegria, facendo cose buffe, facendoli ridere per “migliorare la loro qualità di vita o, se questo non è possibile, per lo meno facilitare una migliore qualità di morte”.
Questo atteggiamento lo porta ad avere guai, viene accusato di “troppa allegria”, ma Patch vince la sua causa, termina gli studi e diventa medico. Decide poi di aprire il Geshundheit Institute, una clinica gratuita per i malati che non possono permettersi di pagare le cure necessarie al loro benessere, aiutato da medici ed infermieri volontari e che ammirano il suo modo di agire. Purtroppo questa geniale realtà si scontra con gli interessi economici del mondo in cui si trova e deve avere una fine. Non ha ancora avuto fine l'insegnamento di Patch a livello umano e la sua Terapia del Sorriso si diffonde per tutto il Pianeta ogni giorno di più.

Cosa sono i clown in corsia
Se per Patch Adams il divertimento è l'antidoto a tutti i mali, anche la chimica lo conferma: ridendo si producono endorfine, si riattiva la circolazione, si ossigena il sangue, è una cascata di effetti benefici che parte da un gesto semplicissimo e liberatorio.
Seguendo le orme di Patch, si sono create moltissime associazioni di volontariato in tutto il mondo: persone che hanno voglia di fare del bene, di portare un po' di gioia, che si vestono da simpatici clown con un camice da finti dottori, un naso rosso e un po' di trucco e vanno per le corsie degli ospedali a trovare gli ammalati. La loro funzione è semplice e complessa allo stesso tempo: c'è chi li accoglie a braccia aperte e si lascia andare a risate e lunghe chiacchierate, ma anche chi non li accetta e, in questo caso, va rispettato il rifiuto.
Oltre alle visite in ospedale, anche in reparti delicati come oncologia o neurologia, i clown del sorriso promuovono diverse iniziative benefiche: raccolgono fondi da devolvere a chi ne ha bisogno, organizzano giornate per disabili o ragazzi di istituti psichiatrici, sono di supporto a varie manifestazioni per bambini ed adulti a livello cittadino o provinciale. Ad esempio in seguito al recente terremoto in Emilia, un gruppo locale clown della CRI è andato in giro per i campi di sfollati a strappare un sorriso alle molte persone alloggiate sotto i tendoni: a volte un sorriso permette poi di lasciarsi andare e sfogarsi, buttare fuori le proprie paure e i propri fardelli, per ritrovarsi almeno un po' più leggeri.

Clown in corsia
Come si diventa clown del sorriso
I clown volontari non sono necessariamente reali dottori, ma gente comune, che fa qualsiasi lavoro, ragazzi e meno giovani, uomini e donne, non c'è differenza.
Spesso c'è un corso di preparazione da seguire, prima di poter entrare in azione. La volontà di portare il proprio aiuto sicuramente c'è, ma non sempre si è pronti ad entrare a diretto contatto con realtà di malattie a volte gravi, ci si può trovare in difficoltà e non riuscire a gestire la situazione: meglio allora conoscere quello a cui si va incontro e avere la guida di chi clown lo è già da tempo.
Se si è interessati ci si può informare presso le associazioni di volontariato della propria zona, magari chiedendo in Comune o in ospedale, dove sicuramente i clown volontari sono conosciuti e spesso davvero ben voluti.
Attraverso queste associazioni locali spesso c'è anche la possibilità di scrivere a Patch Adams, che risponde personalmente a tutte le lettere, e anche di conoscerlo di persona durante uno dei suoi viaggi in Italia che fa per tenere conferenze

2 commenti:

  1. MAMMA
    Con gli occhi pregni di luminosi ricordi,
    rivedo i verdi prati della mia infanzia.
    Riscopro immagini fatate.
    Miracoli quotidiani, il pane bianco,
    sfornato tutti i giorni,
    il cambiar delle stagioni,
    il variare dei colori.
    Gli oggetti a me cari,
    risento ogni alito del tempo,
    ogni cena consumata,
    le tue mani Mamma,
    tese per placare le mie paure.
    Mi ricordi di quei verdi prati,
    dove molte pagine ho scritto.
    Ma ancor più sono quelle,
    che ho lasciato in bianco.
    .
    dedicata alla mia amica Alba, mamma e nonna.

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  2. RIVEDUTA E CORRETTA
    MAMMA
    Con gli occhi pregni di luminosi ricordi,
    rivedo i verdi prati della mia infanzia.
    Riscopro immagini fatate.
    Miracoli quotidiani, il pane bianco,
    sfornato tutti i giorni,
    il cambiar delle stagioni,
    il variare dei colori.
    Gli oggetti a me cari,
    risento ogni alito del tempo,
    ogni cena consumata.
    Le tue mani Mamma,
    tese per placare le mie paure.
    Mi ricordo di quei verdi prati,
    dove molte pagine ho scritto.
    Ma ancor più sono quelle,
    che ho lasciato in bianco.

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